Benedetta Selene Zorzi

LA TEOLOGA:  SACERDOZIO PIU’ VICINO

Articolo pubblicato sul Qn (il Giorno, la Nazione, il Resto del Carlino), edizione del 13 maggio 2015

«FINALMENTE il Papa non si limita a riconoscere la dignità delle donne, ma compie un passo concreto verso il riconoscimento di un loro ruolo decisionale all’interno della Chiesa. Questo, nonostante le resistenze all’orizzonte, è il primo passo per l’introduzione dell’ordinazione femminile». Se l’augurava la teologa Selene Zorzi l’annuncio da parte di Francesco dell’istituzione di una commissione di studio vaticana sulle diaconesse. Docente stabile di Patrologia all’Istituto teologico marchigiano, nel suo ultimo libro Al di là del genio femminile (2014) la studiosa ripercorre senza omissioni la storia della concezione sul femminile nella teologia e nella Chiesa.

Ci voleva Bergoglio per un cambio di rotta?
«All’inizio del suo ministero l’avevamo sentito enfatizzare il ruolo delle catechiste, delle madri e delle nonne, non certo una grande novità per un vescovo di Roma. Poi nell’Evangelii gaudium si espresse a favore
dell’allargamento degli spazi della presenza delle donne ‘nei luoghi dove vengono prese le decisioni importanti tanto nella Chiesa come nelle strutture sociali’ e a sostegno delle ‘rivendicazioni’ dei loro legittimi
diritti. Ora manda un segnale forte per mettere in pratica queste sue indicazioni».
Perché è così importante l’ordinazione al diaconato delle donne?
«Il magistero cattolico riconosce giustamente che queste devono raggiungere posizioni di leadership. Ma il potere di governo nella Chiesa, per come è strutturata, resta legato all’ordine sacro».
Non pensa che la commissione possa introdurre un diaconato femminile solo nominale, fuori dall’ordine sacro, come propose qualche anno fa il cardinale liberal, Walter Kasper?
«Sul piano biblico e teologico non ci sono motivazioni contrarie all’ordinazione delle donne. La storia ha conosciuto figure di questo tipo anche se poi la tradizione tutta al maschile ne ha ristretto funzioni e ruoli. Il problema è se e come il passato debba dettarci l’agenda o se lo sviluppo della dottrina non comporti risposte nuove a problemi nuovi come lo è il protagonismo femminile sulla scena del mondo. Benedetto XVI ha modificato il diritto canonico in un senso restrittivo che potrebbe comportare la soluzione Kasper».
A questo punto diventa decisiva la composizione della commissione.
«Questo sì. Tuttavia, resto convinta che l’apertura di Francesco preluda alle diaconesse prima e poi forse alle donne prete».
Giovanni Panettiere

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