Pacem in terris

Washington, sospeso prete anti gay

QUESTA volta l'ha fatta veramente grossa, ben oltre le sparate anti gay e lesbiche alle quali ha abituato i propri parrocchiani. Don Marcel Guarnizo, prete dell'arcidiocesi di Washington, noto per le sue posizioni rigide sull'omosessualità, è stato sospeso temporaneamente dalle funzioni sacre per essersi rifiutato di dare la comunione a Barbara Johnson, una lesbica di 51 anni.

Non è la prima volta che un sacerdote vieta l'eucarestia a un omosessuale. Anche in tempi recenti casi simili hanno conquistato le pagine dei quotidiani di mezzo mondo. Stavolta, però, c'è dell'altro visto che don Guarnizo ha scelto il momento più sbagliato per dire no. Infatti, nella parrocchia di Gaithersburg, in Maryland, non si stava celebrando una messa qualsiasi, bensì  il funerale della mamma della Johnson. Così, una volta arrivata all'altare per ricevere l'ostia, la signora si è vista respinta dal prete davanti a parenti e amici, con tanto di predicozzo dello stesso sacerdote: <Lei vive con una donna e questo è un peccato agli occhi della Chiesa>. Facile immaginare lo stato d'animo con cui la Johnson è uscita dal tempio.

<La punizione è dovuta a un comportamento intimidatorio del reverendo, incompatibile con l'attività sacerdotale>, è stato il commento del vescovo ausiliare di Washington Barry Knestout, una volta erogata la sanzione. Già al termine delle esequie l'arcidiocesi si era scusata con la famiglia Johnson per il trattamento subito e  si era affrettata a diffondere una lettera dove si precisa che il rifiuto della comunione è contrario alla politica del cardinale Donald Wuerl, arcivescovo ordinario. Allo stesso tempo la Chiesa locale ha comunque ricordato che, <per ricevere l'eucarestia, una persona deve essere in stato di grazia, il che significa che non è consapevole di aver commesso un peccato abbastanza grave da rompere il suo rapporto con Dio>.

La notizia della sospensione di don Guarnizo ha fatto felice la Johnson. Ad umiliazione ancora calda la donna aveva scritto parole di fuoco all'indirizzo del prete, promettendo battaglia e invocando la mano severa di Dio: <Hai portato le tue idee politiche in chiesa sabato, non la religione. Pagherai duramente nel giorno del giudizio per avermi giudicato. Pregherò per la tua anima; prima, però, farò il possibile affinché tu venga scomunicato così che non offenderai più nessuno>. A quanto pare la Johnson è donna di parola.

Giovanni Panettiere

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