Pacem in terris

Il Papa a Lampedusa, il vescovo di Agrigento: viene a visitare il santuario dell’uomo

IL PAPA SUL MOLO DEI MIGRANTI. <L'HO INVITATO E HA DETTO SI'>

IL VESCOVO DI AGRIGENTO : L'OK DOPO UN PRANZO IN VATICANO

Articolo pubblicato su Qn (Il Giorno-Il Resto del Carlino-La Nazione), edizione del 5 luglio 2013

 

Giovanni Panettiere
ROMA
NEL CROCEVIA di un’umanità in fuga dalla fame e dalla guerra Francesco sarà solo. Lunedì a Lampedusa il Papa «preso dalla fine del mondo» incontrerà i migranti senza codazzi al seguito, né civili, né religiosi. Un passo dietro di lui ci sarà spazio solo per monsignor Francesco Montenegro, vescovo di Agrigento, e per il parroco dell’isola. Non a caso i due registi di questo primo, sobrio e suggestivo viaggio apostolico del Pontefice, come racconta lo stesso prelato, da maggio ministro della Cei per l’immigrazione, un passato al vertice della Caritas italiana, un presente in prima linea nella gestione dell’accoglienza agli irregolari.
Allora, monsignor Montenegro, risolviamo subito il giallo: come è nata la trasferta a Lampedusa del Santo padre?
«Non c’è nessun giallo, semmai è a colori. Semplicemente, poco dopo l’elezione di Bergoglio, il parroco ha scritto una lettera aperta a Francesco, invitandolo dalle nostre parti per toccare con mano il dramma dell’immigrazione. A maggio, durante la visita ad limina a Roma, ho pranzato con il Papa. Eravamo in tre a tavola e ho caldeggiato il viaggio. Lui ha detto subito sì».
Alberghi pieni, cittadini in fibrillazione. L’isola non sta più nella pelle.
«La notizia della visita del Papa mette tutto sotto sopra. Ma questo è normale e positivo allo stesso tempo».
Intanto l’altro giorno quasi 500 immigrati sono sbarcati a Lampedusa. Quale è la situazione nel centro di accoglienza?
«Al di là degli arrivi più frequenti negli ultimi giorni, il contesto è sereno: gli smistamenti sono più celeri che in passato. Ormai dobbiamo smetterla di pensare alla questione migratoria come un’emergenza. Questa è la normalità della vita, perché dall’Africa la gente scappa e continuerà a scappare dalla fame e dalla violenza».
Quindi sbagliano quei cattolici per i quali il viaggio di Francesco sarà uno spot per una nuova ondata migratoria?
«Gli sbarchi ci saranno comunque. Con il suo viaggio il Papa ci spiega che questo non è un problema di polizia, ma di accoglienza. Per la Chiesa come per la società».
Quali saranno i momenti salienti della visita?
«Il Pontefice salirà su una barca di pescatori e, una volta al largo, lancerà in mare una corona di fiori in ricordo di quanti hanno perso la vita nelle traversate. Quindi, al molo Favarolo, dove di solito attraccano i migranti, incontrerà qualcuno di loro prima di dire messa».
Angelino Alfano non ci sarà. Voleva presenziare all’appuntamento, ma gli hanno detto che i politici non sono previsti.
«Sin da subito è stato sottolineato che Francesco vuole stare con la gente, in mezzo agli immigrati e ai lampedusani».
Come primo viaggio apostolico poteva scegliere Loreto, Fatima o Lourdes. E invece il Papa sarà a Lampedusa. Sorpreso?
«Ha detto che lui vuole una Chiesa povera per i poveri e qui gli ultimi vengono accolti. Anche i santuari dell’uomo hanno la loro importanza».
Dove è diretta la barca di Pietro?
«Bergoglio sta sfogliando il Vangelo per insegnarci a viverlo nella nostra esistenza, agganciando l’eredità del Concilio Vaticano II. Che voleva una Chiesa dal volto nuovo».

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