Il Padre nostro si fa rock: grazie suor Cristina
Suor Cristina Scuccia, vincitrice di The Voice
SCALDA i cuori e suscita una lacrima di emozione la recita del Padre nostro di suor Cristina insieme al pubblico di The Voice. Per la prima volta un programma televisivo si è chiuso con la preghiera simbolo del cristianesimo. Non è il trionfo della buona tv, quella casta e pudica degli anni ’60, sul piccolo schermo lascivo e volgare dei nostri giorni; non è la rinvincita di Dio su un mondo secolarizzato che confina Cristo, la Madonna e i santi nelle sacrestie. E nemmeno una trovata commerciale del carrozzone dello spettacolo, così perverso e persuasivo da investire il sacro mettendo al volante una ragazza occhialuta in abito talare.
SEMPLICEMENTE la vittoria della religiosa orsolina al reality show, il Padre nostro finale e, più in generale, la sua partecipazione a un programma popolare, visto dal chirurgo sbragato sul divano dopo una giornata in sala operatoria come dalla famigliola monoreddito assiepata in cucina, è la sintesi, riuscita, di un incontro. Quello, promosso e testimoniato da Papa Francesco, fra la Chiesa e il mondo così come è oggi, con i suoi atei, agnostici, indifferenti, cattolici tiepidi, progressisti o reazionari. Tutti incollati davanti alla tv alla ricerca, almeno in prima serata, di un'evasione dalla prigione della noia.
SUOR Cristina non si è venduta allo show business. Ha cantato, ballato, fatto la linguaccia, le corna, ma è rimasta se stessa. Sempre. Una suora che annuncia il Vangelo alla gente del suo tempo. Ed è stato un bel vedere. Speriamo solo che, con in tasca la vittoria e un contratto discografico milionario, riesca ancora a condividere il dono della fede anche quando le luci della ribalta saranno soffuse e le logiche del mercato invocheranno svolte e look sensazionali. Che dire? Non resta che pregare, recitando il Padre Nostro anche sulle note dei King Crimson o dei Led Zeppelin.
Giovanni Panettiere
Twitter: panettiereg