Ieri sera a Castelfranco ho avuto la fortuna di partecipare a una serata speciale, di quelle che ti restano dentro per sempre. Di quelle che ti rendono orgoglioso di far parte di una terra come Modena e di un ambiente come quello della pallavolo. Al teatro Dadà è stato presentato Volley for children. Di che cosa si tratti, lo spiega alla perfezione il collega Gian Luca Pasini qui , quindi non starò a ripeterlo. Anche se l’emozione nel sentire raccontare le storie di bambini malati che vengono assistiti dalle onlus premiate da Volley for Children non si può, semplicemente, esprimere con le parole. Io non ci riesco, almeno. Posso solo dire che la mia ammirazione per questi genitori che dopo aver perso un figlio si sono messi a fare per i figli degli altri quello che il nostro Stato non fa è SENZA CONFINI.

Qualcosa di molto personale però vorrei scriverla, e se non siete interessati vi capisco, cliccate pure via fin da questa riga.

Se ci siete ancora, volevo solo dire che per me, al di là della bellissima targa personalizzata che gli organizzatori hanno voluto regalare a noi scribacchini che abbiamo seguito il volley modenese negli ultimi trent’anni (e per la quale ringrazio Rodolfo Giovenzana e i suoi splendidi compagni di solidarietà, questo riconoscimento mi è particolarmente caro e gradito),  è stata una serata speciale perché ho rivisto tanti amici non solo tra i colleghi, e mi è sembrato di tornare ai primi anni ottanta, quando Giobbe era il mio professore di educazione fisica (a giudicare dal mio stato atletico, gli è riuscita meglio la parte teorica di quella pratica, con me), era l’allenatore-giocatore dell’Edilcuoghi, aveva la maglia numero 7 e giocava alla perfezione quel bilanciere che oggi Ngapeth ha riscoperto per mandare in tilt il muro avversario. Grazie a Giobbe, riuscii a diventare raccattapalle della Magica Edilcuoghi. Avrei voluto la sua maglia, ma era finita quando provai a comprarla: era rimasta la numero 1 di Cesare Zanolli, presi quella fingendo in cuor mio che l’1 fosse un 7, ed ero poi già contento. Quella maglia oggi è al museo del volley di Modena, e sono ancora più contento.

Giobbe lo sa già, se poi tutta la mia vita professionale e non solo (perché sotto rete ho trovato anche moglie) è stata soprattutto un viaggio a braccetto con la pallavolo, quasi tutto è dovuto a lui e a quei tre anni delle medie. In sala c’era anche Luigi Giuliani, che dell’Edilcuoghi fu il ds e poi divenne maestro, collega e amico. Sul palco colleghi che mi hanno insegnato il mestiere o l’hanno imparato insieme con me.

Indimenticabile.