Il caso dell’esclusione di Valentina Diouf dalla squadra che andrà alle Olimpiadi ha fatto, giustamente, discutere molto. In realtà, più della decisione tecnica, si è parlato del modo scelto dal ct per comunicare l’esclusione, un sms seguito da una telefonata che però è partita dalla Diouf, non da Marco Bonitta.

Vi dico come la penso, premettendo una cosa che ritengo molto importante: in quello che sto per scrivere non c’entra niente il fatto che Bonitta sia un amico, mentre ho incontrato di persona Valentina Diouf solo un paio di volte. Con Bonitta ho scritto un libro, sulla cui copertina campeggia una foto di squadra con la Diouf in primo piano: dal punto di vista del marketing, al libro avrebbe fatto meglio che la Diouf fosse ancora in squadra, per capirci. Ma superando la copertina, tra le pagine si capisce benissimo che il ct non è uno che fa scelte da paraculo, anzi. E non è certo l’impopolarità a preoccuparlo, lui che è cresciuto alla scuola ‘militaresca’ di un certo Skiba.

Ecco il mio ragionamento, che dà per scontato il fatto che non ci sia bisogno di discutere che un allenatore è lì per farle, le scelte: se dobbiamo parlare di questo, allora lasciamo stare, non andate neanche avanti.

Io credo che Bonitta abbia sbagliato la forma, ma non la decisione tecnica. Per me non doveva comunicarlo via sms non tanto per il rapporto umano con la giocatrice (quelli sono affari loro: io personalmente diffido degli allenatori che si mostrano amiconi più del dovuto, per dire), quanto piuttosto perché così facendo si è esposto alle critiche. Se l’avesse detto di persona alla ragazza, l’effetto pratico sarebbe stato identico, quello mediatico completamente diverso: perché avrebbe disinnescato in partenza il nodo della forma. Non le avrebbe alzato la palla per poter dire ‘non me l’ha voluto dire in faccia‘. L’importanza mediatica (giustissima e meritata) della Diouf come simbolo della nuova Italia multirazziale ha ingigantito tutto. Non ci sarebbe stato lo stesso casino se a rimanere a casa fossero state Chirichella o addirittura Del Core, ne sono sicuro. Anche se il loro peso tecnico in squadra è maggiore e più consolidato di quello della Diouf.

Ma la faccenda dell’sms è destinata a svanire con il tempo. Perché il nodo vero dovrebbe essere un altro, se vogliamo ragionare di sport. Il punto è: Bonitta lasciando a casa la Diouf ha portato una squadra più debole o più forte, a Rio? Di questo dovremmo parlare, credo. Del fatto che in uno sport di squadra non sia la somma dei migliori giocatori, a fare il gruppo tecnico più forte. O ci siamo dimenticati tutti il tormentone su Vullo ai tempi di Velasco, e quanto la nazionale abbia vinto con Tofoli, e quanto abbia continuato a farlo anche dopo l’uscita dal gruppo di Lucchetta? Io no, io me lo ricordo.

Di sicuro, Bonitta conosce benissimo quello che la Diouf può dare a questa squadra. C’era lui in panchina, quando la gigantessa entrava nei cuori di tanti italiani, durante il mondiale 2014.

Di sicuro, Bonitta non è uno a cui piaccia perdere. E’ vero che alla fine dei Giochi non farà più (almeno per un po’) l’allenatore, perché il suo futuro è già scritto come dirigente plenipotenziario del volley ravennate maschile e femminile. Ma se pensate che l’orizzonte diverso oltre Rio possa fargli calare le motivazioni, allora non lo conoscete proprio.

Io sono convinto esattamente del contrario: che lui voglia salutare l’azzurro lasciando un’eredità tecnica, e magari con un risultato a sorpresa.

Penso anche che, soprattutto per merito di Bonitta, il Club Italia e la nazionale quest’anno abbiano gettato le basi per un futuro radioso, che potrà essere gestito e ‘goduto’ da un altro allenatore.

Penso che alcune giocatrici che nel Club Italia e in nazionale hanno trovato molto spazio (Orro ed Egonu su tutte), i club non le avrebbero fatte giocare titolari.

Penso che da opposto la Egonu sia più forte della Diouf già oggi, ma ovviamente è un’opinione, quindi opinabile e smentibile dai fatti (i risultati).

Penso che Bonitta sappia benissimo che il risultato dei Giochi, come è giusto che sia, condizionerà pesantemente il giudizio su di lui.

Penso che solo dopo i Giochi sapremo se Bonitta avrà cannato la scelta tecnica, oppure se l’avrà azzeccata. Tutto il resto è rumore di fondo.