Anno nuovo, blog nuovo. O quasi.

Dal primo post del febbraio 2010, nel quale si annunciava la nascita e la filosofia di questo luogo virtuale (qui), di post ne sono passati sotto i ponti. 620, per la precisione.

Per una serie di motivi noiosi da spiegare, da quest’anno il blog cambierà. E uscirà sempre più spesso dal campo di pallavolo, per allargare il suo sguardo su altri mondi sportivi.

A cominciare da una storia per certi versi agghiacciante, ma esemplare dei tempi che viviamo, quelli dei social forum e delle giurie popolari invocate dai Grillo, per esempio.

In Inghilterra è successo che un calciatore di diciotto anni sia stato licenziato dal suo club per due tweet vergognosi. Lui si chiama Alfie Barker, è un tifoso dell’Arsenal che gioca da attaccante in una categoria inferiore. Il suo cartellino è dell’Hitchin Town, che lo ha prestato al Codicote in Southern League. L’altra sera i Gunners hanno strappato il 3-3 in rimonta dallo 0-3 contro il Bournemouth. Barker ha pensato bene di festeggiarlo prendendo in giro Harry Arter, ventisettenne irlandese del Bournemouth, con due post che non voglio ripetere, con battute tremende riferite alla figlia Renee, morta durante il parto. Arter ha un tatuaggio che la ricorda, sul braccio destro.

Una volta capito di aver fatto una cosa gravissima, Barker ha dapprima provato a sostenere che il suo account era stato violato da un hacker, poi si è scusato ammettendo la colpa. Ma l’Hitchin Town l’ha licenziato lo stesso: «Il nostro club ha un approccio responsabile ai social media e si aspetta che tutti i suoi rappresentanti facciano lo stesso – ha scritto annunciando il licenziamento –. Alla luce del comportamento irresponsabile e antisociale di Barker, i nostri rapporti con lui terminano con effetto immediato».
Il Codicote, dove Barker era in prestito, ha aggiunto: «Siamo disgustati e inorriditi per le parole del nostro giocatore».

Buon anno a tutti, e benvenuti nel mondo dei social.