Magari sto invecchiando e certe cose mi fanno un effetto diverso. Qualunque sia il motivo, ci sono due storie che meritano di essere segnalate, sotto la rete del volley, in questi giorni. Anzi tre.

Le prime due sono appiccicate come le due facce della stessa medaglia. Ieri sera si è tenuta la finale dei playoff per il quinto posto in Superlega, che assegnava un posto nella prossima Challenge Cup, quindi in Europa. Ha vinto la Bunge Ravenna 3-2 dopo una partita epica, e sono contento soprattutto per due amici. Uno è Marco Bonitta, che aveva chiuso (secondo me, solo temporaneamente) la carriera da allenatore con l’Olimpiade deludente per tuffarsi nell’avventura di riportare Ravenna in alto sia tra gli uomini che tra le donne, nel suo nuovo ruolo di general manager. “Sono contento più di quando allenavo”, ha detto alla fine. E gli credo. L’altro è l’allenatore Fabio Soli, ex alzatore che ha smesso presto di giocare, come raccontò qui , per diventare un ottimo allenatore. Capace di far bene al primo colpo in Turchia, di portare Sora in A1 e di riportare Ravenna in Europa sempre al primo tentativo. A Modena lo chiamano sindaco, per come lo conosco io, la sua forza è sempre stata una consapevolezza dei propri limiti che non significa divieto di sognare. Merce rara.

Mi dispiace solo che la vittoria di due amici significhi, per forza, la sconfitta di due leggende umane ancora prima che sportive come Samuele Papi e Hristo Zlatanov.

La terza storia viene dagli Europei under 19 che si stanno tenendo in Ungheria e Slovacchia. Nell’Italia che domani sfida il Belgio e giovedì l’Ungheria giocano tre ragazzi che di cognome fanno Cantagalli, Gardini e Recine. Considerando che tra Club Italia e altre nazionali giovanili azzurre ci sono talenti di nome Margutti e Tofoli, ci siamo già capiti.