Oltre la rete

Ciao Villiam

in Sport

E' morto Villiam Bellei (con la V). E' stato per decenni il dirigente di riferimento della pallavolo femminile modenese. Gli hanno voluto bene in tanti, io non conosco persone che gli volessero male. Era un dirigente vecchia maniera, di quelli che passavano le giornate in palestra, col quale potevi chiacchierare di tecnica e di psicologia per ore, sentendo in ogni parola la passione che provava per il suo sport. Uno che di pallavolo ne capiva senza pretendere di insegnare niente a nessuno.

Uno che poteva anche farti un'osservazione se avevi scritto qualcosa che non gli andava, in modo anche fermo, ma sempre educato, come oggi non si usa più. Uno che riusciva ad essere un signore anche quando ti raccontava cose che altri ti avrebbero detto strepitando e urlando. Oggi querelandoti, magari. Lui no.

Come quella volta, nel marzo del 1990, avevo 19 anni e facevo le telecronache del Volley Modena per Trc. Qualche giorno prima avevo commentato la partita tra le 'sue' gialloblù e l'Edilfornaciai San Lazzaro.

Al rientro dalla trasferta in Olanda per la prima coppa dei Campioni vinta dalla Panini, Villiam mi prese da parte e con molta tranquillità mi disse: "Dica a chi si occupa delle diffusione dei programmi, in tv, di stare un po' più attento'. Mi dava del lei, all'inizio, anche se avrei potuto essere suo figlio.

Io non sapevo che cosa fosse successo, perché nessuno della tv aveva avuto il coraggio di dirmelo. Ma era solo questione di tempo.

Piccolo passo indietro tecnico, necessario per chi non sa come si lavorava nelle tv private trent'anni fa. Le partite venivano registrate su grosse cassette a nastro magnetico, tipo vhs, ma un po' più grandi. Per praticità, i servizi e le interviste che realizzavamo dopo le gare venivano registrati sulle stesse cassette, dopo la fine della telecronaca della partita e una pausa di un paio di minuti circa. Così i tecnici del telegiornale sapevano dove trovare velocemente servizi e interviste.

Era successo che, durante il mio viaggio in Olanda, la partita della femminile fosse andata in onda. In uno dei passaggi, a notte semifonda, l'addetto alla messa in onda (l'uomo che allora inseriva le cassette con i programmi al momento corretto del palinsesto) si era addormentato.

Ed era andata in onda  tutta la cassetta. Fino alla fine della partita, e oltre: comprese le interviste, e fin qui nulla di male.

Solo che mentre aspettavamo di iniziare le interviste, con il microfono appoggiato sul tavolino della tribuna stampa e il registratore acceso ad ascoltare tutto senza rispetto della nostra privacy, io e uno degli storici cameraman della tv avevamo fatto conversazione.

Soffermandoci sulle qualità estetiche di un punto del corpo preciso di una giocatrice in particolare, che in quella stagione faceva impazzire un po' tutti, a Modena. Era anche brava a giocare, comunque. E' stata una delle migliori di tutti i tempi in Italia, nel suo ruolo.

Non ne farò il nome neanche sotto tortura.

Il problema è che quegli apprezzamenti, normalissimi tra maschi adulti etero (io poi avevo 19 anni...) e neanche troppo offensivi, diciamo poco più che goliardici, furono diffusi nella notte modenese e ascoltati da tutti i modenesi interessati.

E a chi non li aveva sentiti, vennero raccontati.

In teoria, avrei dovuto provare un po' di vergogna. E all'inizio in effetti fu così.

In pratica, quell'episodio divenne un insegnamento sull'imprevedibilità della natura umana e aggiungerei femminile, perché la stessa giocatrice, che fino a quel momento era stata molto sulle sue quando mi era capitato di intervistarla, invece che darmi una sberla alla prima occasione, all'improvviso divenne molto più affabile.

E qui, o voi che siete già pronti a pensare male, fermate ogni sospetto, perché io in Olanda ero andato per iniziare a corteggiare la ragazza che poi sarebbe diventata mia moglie.

Comunque il punto è un altro.

Il punto è che Villiam Bellei avrebbe potuto esprimersi in tanti modi, con quel ragazzino alle prime armi. Scelse quello più educato e gentile possibile. Perché Villiam era fatto così, e ci manca già.

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