La settimana era iniziata con dichiarazioni che non mi erano piaciute: “loro sono i favoriti” e ancora “sono i campioni d’Italia”. Poi c’è stato un’inversione di tendenza più di circostanza che di convinzione. Il pubblico ha risposto alle richieste di Inzaghi & co riempiendo San Siro, la squadra no. Allegri non ci ha messo nulla, la Juve gioca come lo scorso anno (a parte i ritmi a volte più lenti) e la partita da parte nostra si poteva preparare in modo molto diverso. La mentalità da “provinciale” proprio non mi è piaciuta. Tutti indietro a difendere senza mai costruire nulla. Il centrocampo bianconero, Pogba, Marchisio e Pereyra, è stato tecnicamente superiore al nostro (e sanno anche tirare in porta) ma l’affidarsi sistematicamente ai lanci lunghi contro Chiellini & co non è stata certo la soluzione migliore.
La Juve, che aveva giocato anche martedi seppur una partita simile a un’amichevole, è comunque parsa molto più tonica. Noi abbiamo passeggiato con giocatori apparentemente stanchi e la grinta con pressing a tutto campo non si sono visti. Tutti a difendere bassi lasciando inoltre la possibilità di concludere da lontano e con idee confuse nelle triangolazioni al limite dell’area che hanno portato troppo spesso i bianconeri negli ultimi 16 metri. In compenso non si sono viste le ripartenze e Buffon è praticamente rimasto disoccupato.
La Juve di fatto è risultata più forte ma quello di questa sera non è stato il Milan visto nelle prime due di campionato. Ora l’entusiasmo è finito e serve il gioco.