Con l’Udinese era obbligatorio tornare alla vittoria dopo cinque turni di digiuno e questa è arrivata. Nel primo tempo si è visto anche un buon Milan con in campo Armero e Van Ginkel, sinora tenuti in panca, e un motivo probabilmente c’è. Il terzino è stato il peggiore del reparto formato da Bonera, Mexes e Rami. L’olandese ha disputato una buona partita limitandosi però al compitino. Un buon compito però senza segni rossi: né sottolineature a ricordare errori che, sotto forma di cerchietti, a evidenziare giocate. L’Udinese non si è mai resa pericolosa. Il Milan ha attaccato con continuità nei primi 45 minuti (nei quali probabilmente avrebbe trovato il gol se ci fosse la tecnologia in campo), ma ha rallentato nella ripresa. Valeri non fischia un rigore, dubbio, a favore dell’Udinese per fallo di Armero su Badu, mentre ne concede uno più che generoso a Honda (che secondo me controlla con il braccio). Inoltre la massima punizione coincide con l’espulsione di Domizzi. Forse Valeri, dopo aver saputo di aver sbagliato nel primo tempo, ha provato a rimediare sbagliando di nuovo. Così, per fare tutti contenti, ha rimesso le cose a posto espellendo Essien per seconda ammonizione inventata. Fortunatamente, quando l’Udinese avrebbe potuto riprendere fiducia, Menez ha messo il risultato in cassaforte con la sua doppietta su ottima azione. Il francese ha una classe che non si discute ma a volte tende a giocare da solo. A quel punto si è completato il progetto “spazio per tutti” con ingresso di Pazzini, proprio per il francese, e Montolivo al rientro dopo 8 mesi. Ora si entra in un mese importante con tanti scontri diretti per il terzo posto ma probabilmente giocare con squadre che fanno gioco senza chiudersi per noi è molto meglio vista la penia di qualità e di idee in fase di costruzione di gioco.