“Chiedo scusa a tutti. Mi vergogno terribilmente. Questa sera siamo stati indegni di indossare questa maglia” queste sarebbero dovute essere le parole di Inzaghi al termine della partita. Altro che un punto che muove la classifica o un campo difficile contro una squadra determinata. Il Torino è poca, pochissima cosa. Il miglior marcatore è un difensore centrale e l’unico attaccante disponibile in panchina è della primavera. Questo dice tutto.
La serata era partita con alcuni dubbi a cominciare dalla formazione messa in campo da Inzaghi che ha lasciato più di una perplessità. Intanto tra Cerci ed El Shaarawy l’ha spuntata il partente Niang. La motivazione data nel pre partita è stata che il francese si è sempre impegnato negli allenamenti e meritava una chance. Ricordo che quando giocavo tutti si impegnavano al massimo negli allenamenti ma poi scendevano in campo i più forti o quelli con il maggior stato di forma. Si vede che in serie A funziona diversamente poiché Niang non è sembrato in particolare forma e non può essere considerato più forte dei due esclusi altrimenti non si cercherebbe di cederlo. Molto peggio la scelta del duo sulla fascia opposta, la sinistra. Spero che Armero si sia impegnato in allenamento perché l’atteggiamento in campo è stato quantomeno irritante. Muntari invece non ci ha proprio capito nulla oltre ad andare a una velocità che Seedorf non gli avrebbe invidiato. Il ganese si è arrabbiato al momento della sostituzione, spero per la sua prestazione. Inoltre non ha neppure dato una pacca o il cinque a Poli che gli subentrava. Visto che la rosa è ampia e siamo in pieno mercato mandiamo via i giocatori non adeguati.
La partita, come con il Sassuolo, si era messa subito in discesa con un rigore conquistato e trasformato da Menez al minuto due. Poi i granata hanno avuto almeno tre palle gol nitide nei primi 45 minuti. La partita non sarebbe stata di difficile lettura. Il Torino segna poco, ha superiorità in mezzo al campo ma fa fatica ad avviare l’azione. Pressando alti li si mette in difficoltà a patto che il forcing sia fatto con un minimo di organizzazione e non in modo casuale con iniziative individuali. Invece il Milan si abbassa senza chiudere gli spazi. Vives e Farnerud fanno ciò che vogliono tra le linee e Darmian (quanto lo rimpiango) scende spesso sul fondo mettendo in difficoltà De Sciglio, mai aiutato, che viene espulso per doppio giallo prima dell’intervallo.
Il secondo tempo è letteralmente imbarazzante, non si supera mai la metà campo. Non è un modo di dire ma la tristissima realtà. L’unica giocata è palla lunga per nessuno visto che Menez non ne tiene una. Allora cosa fa mister Inzaghi? Toglie l’unico pseudo attaccante, Menez appunto, ma non inserisce Pazzini che può tenere qualche pallone e far salire la squadra bensì inserisce il quinto difensore. “Mancano 10 alla fine, faccio le barricate rinunciando a qualsiasi ripartenza” avrà pensato Inzaghi. Caro mister, Mourinho a Barcellona aveva Eto che faceva difensore e attaccante, se era a lui che ti ispiravi. Inoltre Mexes, Alex e Rami non riescono a intercettare gli scambi palla a terra degli unici due attaccanti granata disponibili Quagliarella e Martinez. Inzaghi nella sua barricata difensiva non ha fatto i conti con i calci da fermo, vero e proprio marchio di fabbrica anche di quest’anno. Glick segna su calcio d’angolo e non importa che i nostri siano alti perché tanto riesce a essere pericoloso di testa anche Quagliarella. Otto gol su calcio da fermo vanno oltre l’umana comprensione. Quello che invece è comprensibilissimo è che a Milanello regna la più totale confusione, a partire da Inzaghi. Si continuano a cambiare i titolari al punto che lo diventano giocatori che sarebbero dovuti partire, non giocano o non sono all’altezza i nuovi arrivi (anche quelli voluti dal mister) e poi si comprano giocatori che servono poco alla causa. Ma qualcuno si rende conto del centrocampo e della difesa che abbiamo? Manca un terzino sinistro (a meno che si decida di far giocare stabilmente lì De Sciglio), poi centrocampisti che sappiano giocare la palla. Abbiamo quattro centrali e non abbiamo ancora capito chi deve giocare. Sarebbero meglio due forti e un’alternativa da utilizzare in caso di necessità. Vogliamo arrivare al terzo posto? Già Inzaghi ha detto che non dobbiamo più parlarne e così l’unico obiettivo ora passa sotto silenzio. Certo che 11 punti in 12 partite sono da zona salvezza e non certo da Europa. Servono altri giocatori e poi corsa, idee di gioco ma anche cuore.