Qualche anno fa durante la settimana c’era San Siro esaurito, con oltre 70mila spettatori paganti, a vedere il Milan affrontare il Barcellona in Champions. Allora la coppa all quale tenevamo era di altra carature e con introiti differenti. Oggi Inzaghi dice che la Coppa Italia è importante ma la manifestazione continua a essere ridicola e, giustamente, allo stadio ci sono poche migliaia di spettatori, peraltro gratuiti, a vedere i rossoneri impegnati contro il Sassuolo.
La coppa nazionale, così come viene interpretata in Italia, è uno schifo. Quattro arbitri invece di sei e la messa in onda da parte della Rai (neanche in grado di far vedere un replay per un fuorigioco ma abili nel trasmettere i mini spot nonostante vengano già pagati con il canone) la dicono lunga sulla pochezza del trofeo che viene snobbato dalle società con le più importanti che entrano in gioco solo agli ottavi.
Il Milan, messo in campo con il solito 5-3-3 ma con Pazzini al centro dell’attacco, ha passato il turno vincendo (2 a 1) ma non convincendo. Anzi. Se c’è una convinzione è quella legata alla pochezza dei rossoneri. Gli arbitri sbagliano ad annullare un gol regolare del Sassuolo per fuorigioco su calcio da fermo alla fine del primo tempo e a concedere un rigore agli emiliani al decimo della ripresa. Detto questo la partita è stata scadente, da “Coppa Italia”.
Il Milan evidenzia tanti difetti nel gioco. All’inizio ci si affida ai lanci lunghi e imprecisi di Zapata, Alex e De Jong. La palla viene passata sempre in orizzontale, toccata troppe volte ed esce lentamente dalla propria metà campo. Mancano i movimenti senza palla e la coralità nel gioco. In fase difensiva non ci sono raddoppi e in quel offensiva non si è propositivi. Paragrafo calci da fermo, a favore. Gianni Vio ci fa? Da sinistra se vengono tirati da un destro con la palla che gira verso la porta sono più insidiosi. Primo ingrediente chi tira deve farlo bene, poi movimenti, blocchi e tutto il resto.
Ne battiamo alcuni, tutti calciati da Cerci, la palla non arriva mai nel punto giusto e anche i movimenti sembrano improvvisati. Sui calci da fermo contro la situazione continua ad essere imbarazzante. Lo è da anni e prescinde dalla marcatura a uomo, zona o mista. Sul primo angolo Sansone è libero e sulla punizione a fine primo tempo si prende gol, forse regolare, annullato.
Ma dove sono le responsabilità? Nella qualità dei giocatori? Difficile, poiché cambiando gli interpreti il risultato è analogo. Poi, parliamoci chiaro, questi calciatori sanno tutti giocare a uno o due tocchi. Certo, Pogba e Vidal sono un’altra, cosa ma non ditemi che non siamo all’altezza di Missiroli, giusto per dirne uno che ci ha ridicolizzato recentemente in campionato. I quattro difensori della Juventus, presi individualmente, sono così tanto più forte dei nostri? Non credo. Però loro giocano insieme. Che la responsabilità sia dell’allenatore? Può essere ma lo stesso gioco scadente lo si vedeva con Allegri e Seedorf. Ma che siano tutti e tre i mister scadenti? Impossibile. Il gioco è lento e gli interpreti poco propositivi. Che sia allora una questione legata alla preparazione atletica? I calciatori sono spesso fermi e non corrono per 90 minuti come avviene in Inghilterra, Spagna, Germania ma anche in molte squadre in Italia. Però ci sono stati altri Milan che correvano poco. In compenso la palla girava velocemente e gli avversari non la prendevano mai.
Più probabilmente è una questione di mentalità. Questa ha certamente un ruolo importante. Non si gioca determinazione. Non solo quella delle squadre che ambiscono al titolo ma anche quella delle squadre che corrono per salvarsi. Manca la voglia di vincere ma anche la convinzione di poterlo fare. C’è disattenzione. Sembra quasi che i giocatori scendano in campo con rassegnazione. Inoltre non c’è spirito di squadra. Non si gioca tutti insieme aiutandosi vicendevolmente, bensì si hanno 11 interpreti che recitano ruoli solisti.
E allora quale potrebbe essere la soluzione? Quella che si usava una volta. Un ritiro. E non nella dorata e calda Dubai perché quel contesto confonde troppi giocatori che sudano per il caldo e non per il lavoro. Che il presidente Berlusconi alla prossima visita a Milanello, invece che dispensare sorrisi e hip hip hurrà, si faccia sentire. Ci vuole un cambio di mentalità e di marcia. Che facciano scrivere a tutti 1000 volte al giorno #wearemilan affinché se lo mettano in testa.