Un tempo, neppure molto lontano, il derby della Madonnina determinava la finalista di Champions League. Milan l’è un gran Milan (Milano è una grande Milano). Oggi la sfida non candida neppure chi può ambire all’Europa League, troppo lontana nonostante le squadre che precedono tentano d’invogliate facendo regali.
Il Milan è messo male con una società che determinerà il proprio destino a breve con l’allenatore attuale che difficilmente guiderà il progetto futuro dagli occhi a mandorla. L’Inter forse pure peggio con l’investitore già arrivato e l’allenatore riscaldato come una minestra decisamente insipida.
In fondo le due squadre rappresentano all perfezione la città con il proprio attuale emblema, l’Expo 2015 oramai alle porte, che da grande opportunità si sta trasformando in una immane pessima figura.
Ma torniamo a parlare di argomenti meno seri come il calcio, nella fattispecie di Milan.
Inzaghi pare pescare la formazione da un’urna stile Bingo. Fuori Paletta per lo rispolverato Alex ma soprattutto via al 4-3-3 con il falso nueve, Menez, in avanti a predicare nel deserto. Certo, perché più che un 4-3-3 il Milan è schierato con un 4-5-1. Tutti belli schiacciati indietro, bassi a lasciar giocare e senza nessuno che riesca a seguire l’eventuale ripartenza. Quello al minuto 15 ne è un primo lampante esempio. L’Inter è poca cosa e si limita a qualche conclusione da fuori. Suso, inserito come esterno destro al posto di Cerci, conferma di non essere timido e conclude un paio di volte in modo pericoloso. Fa bene anche Bonaventura dall’altro lato. In generale i due binari esterni funzionano. Quello che manca costantemente è un uomo d’area e così discese e cross sono vani. L’Inter inizia meglio, con maggior grinta, il Milan esce nella seconda metà del primo tempo prendendo in mano il pallino del gioco. In entrambi i caso le occasioni latitano perché le squadre sono più attente a coprirsi e distruggere il gioco avversario piuttosto che costruirne. Il secondo tempo segue il copione inverso con il Milan che inizia meglio ma non crea occasioni e l’Inter che esce nella seconda parte. Alex si fa male e gli subentra Paletta. Poi, a 15 dal termine, Inzaghi butta nella mischia Destro al posto di Suso, a suo dire stanco, probabilmente perché spaventato dal gol del vantaggio dell’Inter giustamente annullato. L’Inter crea qualche nitida occasione e il Milan si spaventa. A 10 dal termine Inzaghi mette in campo anche Cerci al posto di Poli. Di fatto non succede più nulla. Il derby finisce zero a zero, un bel pareggio che non serve a nessun o meglio serve a non gettar critiche su nessuno. Proprio due belle squadre, cunscià de trà via. Cosa vuol dire? Conciate da buttar via, o forse solo sulle quali fare investimenti e dei progetti seri.