L’Inter ha vinto il derby ma ho preferito di gran lunga il Milan. I rossoneri hanno giocato da squadra e la sconfitta non influenzerà minimamente il proseguo del campionato. Il tempo mi dirà se ho torto o ragione ma questa sera ho visto una squadra che ha provato a giocare a calcio con delle idee e un’altra che ha poche idee, come il proprio allenatore, e buone individualità. Per la terza giornata consecutiva l’Inter porta a casa tre punti più per episodi favorevoli che per meriti. Magari questi continueranno sino al termine della stagione ma sarebbe un vero e proprio record.
Sin dal primo tempo gli 11 messi in campo da Mr. Mihjalovic si muovono insieme rimanendo corti. Per contro l’Inter si affida a spunti individuali con due conclusioni da lontano prima che Icardi si trovi davanti a Diego Lopez sbagliando, così come aveva fatti in apertura Luiz Adriano, che continua a non convincermi sono in fondo. Mihjalovic ha detto che non se la prenderà mai con un attaccante per un gol sbagliato. Nel primo tempo però Luiz Adriano ne sbaglia due e mezzo. Certo l’intesa con i compagni è ottima però in partite dove le occasioni non possono essere infinite sarebbe meglio finalizzare, come peraltro ha fatto contro l’Empoli. Sulla destra Kucka non fa rimpiangere l’approdo sulla sponda nerazzurra di Kondogbia, ma è tutto il centrocampo, con Bonaventura tornato quello dello scorso anno e Montolivo ispirato, a prevalere su quello nerazzurro. La difesa si muove bene e gli esterni scendono spesso, più De Sciglio che Abate, mancando un pizzico di lucidità al momento del cross.
Il secondo tempo inizia sulla stessa falsariga del primo con il Milan che gioca in modo più organizzato mentre l’Inter si affida alle individualità. L’impressione è che la partita possa cambiare il proprio corso con un episodio ed è quello che avviene al minuto 58 quando Handanovic affida la palla a Kondogbia per iniziare il gioco. La palla che pare scottare tra i piedi dei difensori interisti in fase di costruzione, viene quasi persa ma arriva a Guarin che la porta indisturbato sino al limite e infila il vantaggio con un tiro chirurgico.
Mihjalovic decide che è il momento di Balotelli e il Milan aumenta il conto delle occasioni. Mario batte i calci da fermo che assumono traiettorie decisamente più insidiose ma non vengono sfruttate dai compagni, subisce qualche fallo e quando decide di far da solo colpisce prima il palo e poi chiama Handanovic alla grande parata su punizione. La differenza questa sera è stata questa, pochi centimetri che intercorrono tra il palo e il gol, hanno deciso il derby.
L’impressione è che Supermario elevi di gran lunga la qualità in avanti. Certo, non corre dietro a tutti gli avversari come un indiavolato, ma quando ha la palla tra i piedi il livello di pericolosità aumenta esponenzialmente. La difesa si muove bene con Romagnoli che pare un veterano e Zapata buon alternativa a Ely. Sabato c’è il Palermo a San Siro, partita da non sbagliare.