Servivano tre vittorie ed è arrivata subito una sconfitta. Il Mapei Stadium per noi è un campo ostico, come lo era Verona. In questo caso non si trattava di scudetto bensì di una rincorsa al terzo posto che ora pare estremamente lontano da una Roma che peraltro gioca bene. Loro hanno comprato Perotti e El Shaarawy a gennaio. Noi nessuno.
Il Milan è partito bene creando quattro occasioni da rete nella prima mezz’ora. Consigli si è fatto trovare pronto chiudendo nella più pericolosa su Honda, non proprio un killer del gol. Il Sassuolo, partito sottotono nei primi 20 minuti, ha trovato il gol con Dunkan che ha sfondato l’incrocio dei pali su schema da corner. Sotto di una rete il Milan non ha più giocato e gli emiliani hanno dominato arrivando sempre primi su ogni pallone con un forcing esasperato, zeppo d’interventi sempre al limite del lecito. Kucka e Bertolacci, che avevano iniziato bene, sono stati sopraffatti dai centrocampisti verdenero bravi nel contrastare ogni tentativo di costruzione. Honda e Bonaventura non hanno brillato sulle fasce, sempre chiusi. Il Milan si è affidato troppo ai lanci lunghi sempre presi dai difensori avversari. Stesso copione nella partenza delle azioni dai due centrali. Sorprendente, e sbagliata, la scelta di Mihajlovic di schierare Zapata al posto di Romagnoli, tornato a disposizione e eccellente martedì scorso in Coppa Italia. È vero, si trattava dell’Alessandria ma non schierare il centrale migliore, soprattutto in fase di costruzione, rimane un mistero.
In avanti invece obbligata la scelta del mister che ha optato per la staffetta tra Balotelli e Menez a turno di fianco a Bacca. Di tre giocatori non se n’è fatto uno solo buono. Non sono arrivati molti palloni giocabili in compenso i tre non hanno mai dialogato. Personalmente avrei tolto Bacca invece che Balotelli nella ripresa. È vero che Mario non ha fatto molto, ma Carlos non si è neppure mai fatto trovare nel posto giusto né ha aiutato la squadra.
La ripresa è proseguita sulla falsariga del primo tempo. Si è capito che sarebbe servito un episodio per dare nuova spinta e cambiare l’inerzia di un match storto. L’episodio è arrivato al minuto 71 quando l’arbitro né i suoi assistenti hanno visto un fallo di Biondini su Bertolacci con l’azione nata che ha portato al gol del raddoppio. Errore grave degli arbitri e partita chiusa. A nulla è servito rimanere in superiorità numerica negli ultimi 20 minuti, troppa la differenza atletica e la spinta emotiva.
Ora ci sono 9 punti dalla Roma con cinque squadre davanti a noi e 10 partite da giocare. Serve una strisce di vittorie ma questo Milan non la può ottenere, lo aveva detto anche Mihajlovic che probabilmente sapeva già dei limiti di questa rosa, o forse dei propri.