Qualcosa non torna

Un tempo Berlusconi era un abile imprenditore. Un uomo di successo a 360 gradi. Una sorta di Re Mida. Poi arrivò la politica e oggi più che mai le parole paiono vuote e piene di controsensi. Dichiarazioni non supportate da fatti sono arrivate troppo spesso negli ultimi anni. Frasi dette e ritrattate, spesso imputando fraintendimenti, negli ultimi anni si sono sprecate. Tanto nella vita privata, quanto in politica che nel Milan.
Il Milan dei giovani, il Milan che cerca nuovi senatori, il Milan che ha bisogno le proprie bandiere e il Milan a cui serve un mister di polso. Tutti slogan senza un progetto concreto e perseguito.
L’ultima allucinazione sono i miglioramenti nel gioco del Milan dopo l’allontanamento di Mihajlovic. Ora, è vero che il gioco del serbo non era spumeggiante, ma quello di Brocchi è scadente.
Caro presidente, è vero che abbiamo banchettato con Champagne e caviale, ma sono anni che beviamo acqua e mangiamo pane raffermo. Nulla è dovuto, così come nessun tifoso dimentica tutto quanto di buono sia stato fatto da lei e i suoi collaboratori. Quello che la gente non tollera, che siano tifosi o elettori poco cambia, è la presa in giro. Sono le parole e le promesse non mantenute.
Le scelte sbagliate si pagano. Lo ha constatato fidandosi della Lega o di Fini, in politica, e prendendo allenatori sbagliati o smettendo di avere validi collaboratori come Braida o Leonardo (nella fase scouting non di allenatore!).
Ora ci racconta che è un anno che tenta di vendere il Milan. Vero. Che vuole lasciarlo in buone mani per garantire un futuro roseo. Vero. Poi aggiunge il carico da 90: mani preferibilmente italiane! Questa è peggio del milione di posti di lavoro! Mr. Lee e Mr. Bee non mi sembrava fossero proprio italiani! Ha provato, giustamente, a realizzare il più possibile. Se realmente ci fosse stato avrebbe messo in tasca 1 miliardo dai cinesi e nessuno avrebbe potuto biasimarla! Quindi decida cosa fare, se vendere o tenere, prenda un tecnico che desidera, ma poi rimetta i tasselli che mancano in società e torni a fare il presidente. Oppure, se vuole ancora salvare l’intero Paese invece che solo il Milan, si faccia da parte perché due cose così grandi bene, contemporaneamente non si riescono a fare. La storia lo ha già dimostrato.