Un tempo la Milano del pallone dominava nel mondo. L’apice del protagonismo meneghino fu nel 2003 quando le due milanesi si incontrarono in semifinale con il Milan che vinse quella edizione a Manchester superando la Juventus.
Milano, specialmente per merito dei rossoneri, ha continuato ad essere protagonista con la vittoria ad Atene e il Milan divenuto l’anno successivo “la squadra più titolata al mondo”. L’Inter, dal canto suo, ha risposto al termine della primo decennio del 2000 con la storica vittoria del triplette, allora più unica che rara e oggi invece replicata in Germania e Spagna.
Oggi la sponda nerazzurra del Naviglio è in subbuglio. I nuovi proprietari cinesi stanno attenti ai conti e così leader come Icardi rischiano di fare le valigie e lo scadente Mancini, abituato ad avere borsino acquisti senza limiti, minaccia di lasciare la panchina del Biscione.
Preferisco parlare di Milan ma, anche sull’altra sponda del Naviglio non c’è da stare allegri. La situazione societaria è imbarazzante. Dopo la farsa di Lee, durata oltre un anno, i nuovi potenziali proprietari hanno dato un ultimatum a Berlusconi per la cessione della società. La deadline è fissata per fine luglio. Si tratta del minimo sindacale. È vero che si parla di diversi milioni e che il presidente voglia garanzie, ma cosa servono 100 milioni di yeneuri da spendere se arrivano a giochi fatti? Mentre le altre squadre si muovono sul mercato quello rossonero è immobile. Montella è stato accolto con freddezza. Troppi avvicendamenti sulla panchina nelle ultime stagioni e ora la scelta di un tecnico che, se dopo la Fiorentina sarebbe stato accolto come un Messia, viene da un subentro a Genova non proprio esaltante. In rosa ci sono tanti giocatori italiani. Molto bene. Tanti giovani. Ottimo. Però per puntare ai primi tre posti serve altro, specie se lo si vuole fare la prossima stagione. Il pericolo del mercato fatto senza l’approvazione del mister, come avvenuto negli ultimi anni, è scongiurato ma il trio di attaccanti visto con il Bordeaux, Suso, Niang e Menez, lascia più di una perplessità. Come da copione già visto l’altro pericolo è che la società punti a un ultimo colpo di mercato finale per aumentare più gli abbonamenti che le prospettive di vittoria.
Tra Inter e Milan in questo momento la situazione non è proprio rosea e il serio pericolo è che per l’ennesima stagione il Tempio del Calcio sia una vecchia cattedrale che vive di ricordi del passato glorioso, un po’ come il Piccolo Cinema Paradiso