Una difesa obbligata, con Gomez e Zapata centrali. Un attacco ridisegnato con Ocampos, all’esordio, supportato da Deulofeu e Suso. Giocatori che non hanno giocato insieme nulla di più che le partitelle di allenamento.
Se Gomez, che già non è un fenomeno, non riesce a prendere mai Immobile, se non irregolarmente, cosa ci si può fare. Nulla. E così al terzo tentativo la Lazio ottiene un rigore che la porta in vantaggio, giusto prima dell’intervallo.
Nel primo tempo la partita era stata equilibrata con una buona pressione del Milan, diverse conclusioni sterili dei laziali e poco più.
La ripresa ripercorre in buona parte il copione visto nei primi 45 minuti, con la Lazio però meno pericolosa. Il Milan tiene maggiormente il pallone ma non ha idee che permettano di creare occasioni da gol. Nonostante l’ingresso di Lapadula per Ocampos, non male la sua partita, in avanti arrivano pochi palloni giocabili e le occasioni latitano. Eppure ci sono molti giocatori rossoneri dai piedi buoni in campo. Sosa, Fernandez, Suso e Deulofeu sanno cosa fare con la palla tra i piedi. Il problema è riuscire a trovarsi con automatismi che non possono esserci. Suso, evanescente e svogliato per 80 minuti, si sveglia all’improvviso. S’inventa un gol dribblando e tirando in un metro quadrato. Poi ha qualche fiammata. Un po’ tardi…
La partita termina con un pareggio giusto, che serve a poco visti i risultati delle altre contendenti all’Europa. Quello che lascia l’amaro in bocca, vista la partita di questa sera (e il relativo atteggiamento messo in campo) sono i punti lasciati a Udine e in casa con la Sampdoria. Lì erano mancati impegno e giusto atteggiamento che, probabilmente sarebbero bastati per avere sei punti in più. La Champions, come da pronostico del nostro Mister, è effettivamente impossibile, mentre l’Europa League è a 4 punti, quelli di distanza dall’Inter e l’Atalanta.