A Ferrara accadono i miracoli. Lontani 250 chilometri dagli evasori con le tasche bucate e il lusso in affitto di Cortina, nella città estense folate di vento (che tanto ricordano quella brezza che sfogliava le pagine del Vangelo tra le lacrime di piazza San Pietro), portano via buste contenenti migliaia di euro ai ladri in bicicletta. E commesse della profumeria, in una viuzza del ghetto ebraico, inciampano in un’altra busta (gemella), con oltre diecimila euro in contanti e la riportano al proprietario.

A Ferrara, il giorno della Befana, succede questo. E altro. Succede che una coppia di professionisti affermati e notissimi, per un’incredibile sbadataggine, appoggi due carpette zeppe di soldi (oltre 15mila euro in tutto, «servono per le nostre spesucce di casa») sulla capotta dell’auto. E parta.

Sono circa le 13 di una ventosissima Epifania. I due contenitori arancioni cadono per terra. Il primo viene trovato dalle dipendenti del negozio di fronte. Lo aprono. Dentro, decine di bigliettoni viola e un assegno, con sopra un nome. Lo riconoscono. Lui e la moglie abitano proprio lì di fronte e sono clienti affezionati. Suonano il campanello, nessuno risponde. Così vanno alla caserma dei carabinieri di corso Giovecca. I militari rintracciano lo svagato specialista, gli restituiscono il denaro e lui dà alle ragazze la ricompensa, il 10%. Millecinquanta euro da spartire in due. «Io ci ho pagato l’assicurazione della macchina», sorride Sara Angelini. L’altra, Federica Malaguti, li ha «regalati al cognato». Non hanno tentennato un secondo, dicono. Anzi. «Abbiamo anche ricevuto critiche da chi sostiene che coi tempi che corrono ce li saremmo potuti tenere per noi». Ma non è andata così.

La favola bella del 6 gennaio estense, però, non è finita. Nel frattempo l’altra busta viene trovata da un giovane. Aperta la zip si vedono circa cinquemila euro in contanti e un nome di donna (la moglie del ferrarese distratto). Il ragazzo corre via con l’astuccio nel cestino, si infila sull’acciottolato di corso Ercole I d’Este. È lì che perde il suo tesoro. Una brezza provvidenziale fa sì che la seconda busta cada ai piedi di una famigliola trevigiana in gita, in coda per la mostra di palazzo Diamanti. E, manco a dirlo, siamo proprio davanti alla questura. I veneti si accorgono del contenuto, entrano e fanno denuncia alla polizia. La signora viene convocata. Altre lacrime, abbracci, sorrisi. Un’altra ricompensa («ho dovuto insistere»). Però, ammette, «mi sento ancora in debito con loro. Soprattutto perché mi hanno ridato la speranza. In giro ci sono ancora persone per bene».

Pochi minuti dopo, allo stesso ufficio delle Volanti arrivano due moldavi. Hanno trovato un borsello per strada, con dentro 500 euro. Vogliono restituirlo.

Qualcuno, in città, già sussurra ci sia lo zampino dei Re Magi.