Saper parlare alla ‘pancia’

I politici si sono stupiti dei fischi ricevuti ieri nella sala convegni della Camera di commercio di Modena dagli imprenditori della Bassa. Non hanno capito la rabbia, la delusione, la paura che sta montando da alcune settimane tra le aziende: questo perchè la politica e il mondo produttivo stanno andando avanti con due velocità diverse.

Il tempo delle leggi da approvare, degli emendamenti da correggere, dei contributi che arriverranno sì, ma a gennaio, non è lo stesso delle aziende che da cinque mesi non hanno ricavi e tra un mese dovranno chiudere i bilanci. Sono due punti di vista sempre più lontani sullo stesso tema: la ripresa. Per l’assessore Muzzarelli, il presidente Errani e i parlamentari modenesi (soprattutto Pd) è una conquista che i 6 miliardi arrivino a gennaio e dal 16 dicembre si può chiedere il finanziamento in banca per pagare le tasse; per gli imprenditori, gennaio è tardissimo e le tasse vanno sospese fino a giugno, non finanziate con un meccanismo burocratico.

Quando si vivono sentimenti di disperazione e si ha l’impressione di non essere capiti, è facile arrivare alla  ribellione, lo dimostra l’ipotesi di sciopero fiscale che prende piede. La politica deve riuscire a capire questa disperazione, senza stupirsi o indignarsi, e saper trovare le parole giuste per parlare alla ‘pancia’ della gente. Se uno è disperato, non serve a un fico secco parlare di ‘governance’: la politica dovrebbe  cambiare registro e  mettersi sullo stesso piano di chi ha dato tutto per la sua azienda e in questo momento non vede un futuro.