Benvenuti al Bar Social, dove ognuno dice quel che gli pare. Fatevi un drink di sciocchezze shakerate con un paio di verità assolute. Buttate giù e fate finta che non vi resti l’amaro in bocca. Perché non capite cosa avete bevuto. Alla salute. Benvenuti al Bar Social dove si dice abiti la democrazia perché tutti hanno diritto di parola. Compreso chi della democrazia se ne frega e vuole solo imporre il proprio pensiero. E magari anche fare del male. Mandate giù anche questo. Giorgio Gaber cantava che «libertà è partecipazione». Ma metteva pure in guardia dalla «libertà obbligatoria» e chiedeva ironicamente: «Con tutte le libertà che avete, volete anche quella di pensare?». Benvenuti al Bar Social, dove chi dissente viene coperto di insulti e chi insulta aspira ai “Mi piace”. E tanti saluti alla democrazia. Perché al Bar Social uno non vale uno, e spesso vige la regola del mille contro uno. Provate a fare una rissa, mille contro uno, in un bar vero. Benvenuti davanti al barista del Social che in questo caso può anche chiamarsi Evan Williams, il cofondatore di Twitter che ora dice: «Pensavo che se avessimo dato a tutti la possibilità di esprimersi, il mondo sarebbe automaticamente diventato un posto migliore: mi sbagliavo». Cin cin, Williams, sarà per un’altra volta. Benvenuti al Bar Social dove si parla di quanto è bello suicidarsi insieme a una Balena Blu e finisce che qualcuno ci crede e si ammazza davvero. E intanto il vigliacco che lo ha (non) virtualmente spinto giù da un grattacielo va a farsi una passeggiata. Benvenuti al Bar Social dove il sistema si basa sulla raccolta di pubblicità e potete anche fare un post o un tweet contro la pubblicità, e avrete un sacco di consenso. E sarà tutta pubblicità. Benvenuti al Bar Social che non chiude mai per ferie. Purtroppo. Dite un po’ quello che vi pare.