Wagon-Lit

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Racconti da viaggio e altre storie

di Gianluigi Schiavon

Bocciati mamma e papà

Il sospetto che la matematica possa essere soltanto un’opinione talvolta può nascere. Sia a scuola che nella vita. Succede, ad esempio, ai protagonisti di questa storia. C’è un ragazzo bravissimo che supera l’esame di terza media con un bel nove su dieci (9/10). Ma l’opinione dei genitori è che il loro figliolo sia più che bravissimo e meriti pertanto un dieci su dieci (10/10). Per ottenerlo fanno ricorso al Tar, poiché in Italia è opinione diffusa che la via giudiziaria sia la scorciatoia per ogni tipo di rivalsa. I giudici si armano di calcolatrice, rifanno i conteggi di tutte le materie e relativo voto, da quello di ammissione all’esame (9/10) a quello di italiano (10/10) passando per matematica (10/10), francese (8/10), inglese (8/10) fino al colloquio pluri-disciplinare (9/10). E alla fine di un’ultima botta di conti stabiliscono che il punteggio giusto è proprio: 9/10. Uguale: ricorso respinto. I giudici aggiungono comunque per iscritto che un giudizio scolastico è anche «connotato da un fisiologico margine di opinabilità» (ve l’avevamo detto). A conti fatti si può a questo punto dedurre: se il ragazzo, o meglio, i suoi genitori avessero vinto la causa, quello studente si sarebbe portato dietro per la vita la qualifica di promosso a pieni voti per via giudiziaria. Invece il ragazzo ha perso e pertanto sentirà per un po’ il fastidioso sapore della sconfitta alla fine di una (inutile) battaglia. Resta da aggiungere che la coppia è stata anche condannata a pagare le spese legali. Fanno mille euro tondi tondi (1.000). In questo caso la matematica non è affatto un’opinione.

(Gianluigi Schiavon)

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