Dal Santo Graal all’elisir di lunga vita, l’eterna giovinezza è un antico sogno dell’uomo. Tra favola e leggenda, studiosi e ciarlatani di tutto il mondo hanno inventato mille pozioni per regalare alla nostra specie una vita più lunga. Oggi, grazie agli studiosi dell’Università di Pittburgh, siamo più vicini alla meta. Iniettando cellule staminali giovani in topi già anziani e malati, i ricercatori hanno di fatto triplicato la vita delle loro cavie. Le cellule bambine avrebbero sollecitato la crescita di nuovi vasi sanguigni nel cervello e nei muscoli degli animali trattati: insomma un vero elisir di lunga vita.

Ne consegue che se il trattamento avesse lo stesso effetto sull’uomo, la nostra vita potrebbe arrivare a 240 anni, il triplo dell’esistenza attuale, che si attesta su un’età media vicina agli ottanta.Reso il debito omaggio alla scoperta medico-scientifica e ai nuovi orizzonti che si schiudono davanti a noi, viene da chiedersi quale terremoto sociale possa comportare la crescita di una generazione di Matusalemme praticamente immortali. Se oggi viviamo per pagare le tasse e ci accapigliamo sugli scivoli e le pensioni di vecchiaia, se la classe lavorativa è sempre troppo esigua per mantenere un esercito di pensionati, non oso immaginare lo scenario futuro.

Si rischia di creare un mondo squilibrato, conflittuale, segnato dall’odio generazionale. Se l’uomo di domani sarà in tutto simile a quello di oggi, molto meglio che viva la sua vita secondo natura. Con buona pace delle staminali e degli aspiranti Matusalemme.