L’Italia è un paese ad alta tensione sociale, ormai non c’è più dubbio. Basta scorrere le notizie apparse sui siti web nelle ultime ore per fotografare una realtà allarmante. Vediamo.

1) Gruppi anarchici rivendicano l’attentato al dirigente Ansaldo Roberto Adinolfi, chiamandolo stregone dell’atomo.

2) A Legnano compaiono copie di volantini fimati Brigate Rosse davanti alle sedi dell’Inps e dell’agenzia delle Entrate.

3) A Napoli incidenti e scontri davanti a una sede Equitalia con lancio di uova e petardi.

4) A Milano un imprenditore esasperato prende a pugni ispettori del Fisco.

5) A Roma trovato un pacco bomba davanti alla sede di Equitalia.

6) A Viterbo un uomo telefona al’Agenzia delle Entrate e minaccia: ”Voglio uccidervi”.

Basta questo arido elenco di eventi per capire che il disagio sociale del Paese è arrivato a livelli di guardia, che la catena di suicidi dei giorni scorsi non si può certo ascrivere alla sola sindrome depressiva o alle esasperazioni a mezzo stampa. C’è un disagio sociale crescente, una paura sottile di non poter andare avanti. E così il Fisco, Equitalia, l’Agenzia delle Entrate vengono percepiti come avversari, come bersagli della rabbia e dell’impotenza dei contribuenti, schiacciati da fardelli sempre più pesanti.

Equitalia, in una nota, scarica sul sensazionalsmo di stampo giornalistico le colpe di una situazione sempre più pesante, dimenticando che nell’ ombra cupa della crisi economica ciascuno deve prendersi la propria quota di responsabilità e gestirla al meglio. Per evitare che il Fisco e le sue emanazioni siano percepiti come Grandi Avversari, dovrebbero assumere connotati più umani: avvicinare la gente invece di vessarla, stimolare il dialogo, diffondere informazioni capillari. Evitare che una cartella esattoriale diventi uno strumento di morte. A volte basterebbe spiegare come diluire il pagamento delle tasse arretrate, come uscire dalle strette di una situazione apparentemente senza sbocco.

Per non riportare in vita i fantasmi del passato (il terrorismo, le Br) e per mettere un freno alle esasperazioni di oggi, ciascuno deve posare il suo mattone di buonsenso. A cominciare dal governo, per finire a ciascun cittadino. Il margine per evitare di finire nel burrone esiste, ma non c’è tempo da perdere.