Appena svelate, sotto i lussuosi padiglioni del Palexpo di Ginevra, hanno cominciato un derby emiliano fatto di glamour, esclusività, ma anche di tecnologia, design, di motori che rombano come il tuono. Parliamo delle due perle italiane del Salone di Ginevra, le supercar destinate a lasciare un segno nella storia dell’automobile.
Ad accomunarle c’è un aspetto celebrativo. Ferrari ha deciso di rinnovare il mito della Enzo, costruita giusto dieci anni fa, disegnando la Rossa più potente e pestazionale di sempre, mentre Lamborghini ha scelto di festeggiare il cinquantenario della Casa di Sant’Agata Bolognese con la nascita di Veneno, la supercar dalla linea avveniristica che sembra rubata a un film di Batman.
Il nome, come sempre, è derivato da un toro andaluso, celebre per essere un killer di toreri. E la creatura grigio perla con i fianchi scavati, l’alettone posteriore degno di un aereo, il muso tagliato a cuneo e le prese d’aria che sembrano bocche di squali affamati, di grinta ne ha da vendere.
La tecnologia aeronautica, da sempre legata al marchio Lamborghini, gioca un ruolo importante in questa vettura, così come l’uso sistematico della fibra di carbonio, nella scocca e in altre parti della carrozzeria, che permette di contenere il peso della vettura in 1.450 chili.
Il motore è un V12 Lamborghini da 6,5 litri, la trazione integrale, 5 le modalità di guida previste. In fatto di potenza Veneno sviluppa 750 cavalli che le permettono di raggiungere la velocità massima di 355 all’ora e di scattare da 0 a 100 all’ora in soli 2,8 secondi. Costruita in tre soli esemplari (già venduti), la Lamborghini del cinquantenario costa tre milioni di euro tasse escluse.
Chi l’ha guidata sostiene che le sensazioni sono molto vicine a quelle di di un prototipo da pista. Ma LaFerrari (così si chiama l’erede della Enzo) promette emozioni da Formula 1. Sono stati poprio Alonso e Massa a collaudare e a rendere guidabile a un automobilista comune l’ultima creatura di Maranello. La scocca con i sedili fissi è costruita con quattro tipi di compositi usati in F1 e il sistema Hy-KERS, che permette il recupero dell’energia per trasformarla in un’ulteriore spinta al motore, è derivato dall’esperienza in pista.
LAFERRARI è anche la prima Rossa ibrida della storia. Al motore V12 da 6262 cc e 800 cavalli di potenza si accoppia un motore elettrico da 120 Kw che porta la potenza totale a 963 cavalli. Così LaFerrari può toccare la velocità massima di 350 chilometri all’ora e scattare da 0 a 100 all’ora in meno di tre secondi. Alle qualità velocistiche concorre in modo importante l’aerodinamica. L’erede della Enzo ha trascorso un numero di ore record nella galleria del vento e il risultato appare davvero straordinario. Nella sua linea filante e pulita nulla è fuori posto, ogni centimetro della carrozzeria risponde a una pecisa esigenza aerodinamica, senza sacrificare nulla sul piano dell’estetica.
Gli ampi passaruote bombati e le linee rotonde dell’abitacolo di inseriscono in modo fluido e naturale nela struttura filante dell’auto, le portiere scavate che si aprono ad ali di gabbiano completano l’impronta futuristica di una macchina da sogno.
Quando Luca di Montezemolo ha tolto il velo alla Rossa, gli echi di stupore non erano d’occasione, perché negli occhi di tutti è rimasto il piacere della scoperta: un perfetto equilibrio fra tecnologia e design, un degno tributo al ricordo di Re Enzo.