Cinque milioni di automobili circolano con pneumatici sgonfi o non conformi alle regole. Numeri clamorosi, che sono certificati da Fabio Bertolotti, presidente di Assogommma, l’associazione che rappresenta i più qualificati produttori del settore. Sembra scontato dirlo ma le gomme sono architetture complesse che vivono d’aria. Se la pressione non è quella giusta, il loro rendimento si altera ed entra in gioco la sicurezza del veicolo: ”Questo è un tema centrale delle nostre politiche legate alla mobilità _ spiega Bertolotti_ pneumatici sgonfi, lisci, danneggiati, spaiati o fuori dalle norme mettono a rischio non solo la sicurezza del conducente ma quella di tutti. Dai rapporti della Polizia Stradale sugli incidenti mortali in autostrada si evince che l’imprudenza e la condizione delle gomme sono le principali cause della perdita del controllo del veicolo”.
Neppure l’introduzione dell’etichettatura degli pneumatici, entrata in vigore il primo novembre 2012, ha spazzato via le maleabitudini e la superficialità di molti automolbilisti. ”Sono troppi quelli che montano ancora pneumatici usati o riciclati – osserva Bertolotti- Sono gomme che rappresentano un rischio potenziale molto alto per l’utente. Non ci sono certificazioni, spesso mancano perfino le marchiature sui bordi oppure vengono artigianalmente manipolate. Il consumatore invece deve pretende l’etichettatura a garanzia del prodotto che compra”.
Tre sono i parametri previsti dalla recente carta degli pneumatici: la resistenza al rotolamento, la tenuta sul bagnato e il rumore prodotto. ”Lo sforzo delle più importanti case produttrici – dice Bertolotti – è di trovare il miglior equilibrio tra questi diversi parametri che si riassumono al più alto livello nella classificazione ”A”. Sicurezza e rispetto dell’ambiente devono andare a braccetto. Il risparmio sul consumo di carburante e le minori emissioni di anidride carbonica vanno coniugate con la tenuta di strada: bisogna garantire prestazioni e sicurezza insieme. Questa è la grande scommessa dei produttori”.
In tempi di crisi l’automobilista è colpito soprattutto dalle possibilità di risparmio che una gomma virtuosa consente. E le cifre sono davvero importanti perché uno pneumatico con la più bassa resistenza al rotolamento, cioè il minor attrito col suolo può far risparmiare fino al 7,5% di carburante. Un picco che però non deve ridurre il margine di sicurezza che fa della gomma la scarpa più giusta per la nostra auto.
E in un settore battuto dal vento della recessione, come quello dell’auto, gli pneumatici costuituiscono una singolare eccezione. ”Grazie al mercato del ricambio, che assorbe quasi il 75% della produzione- osserva Bertolotti- il nostro settore ha subito solo una leggera flessione di vendite. Siamo sotto il 10% di flessione, anche grazie alla qualità dei nostri prodotti e all’impegno sul fronte del marketing e della comunicazione”.