Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, i concessionari italiani credono ancora nella ripresa?
«I numeri oggi sono spaventosi. Dieci anni fa le nostre imprese erano 4300, oggi sono 2800 e nel 2013 circa 400 hanno chiuso i battenti. Tra i superstiti il 60% finirà l’anno con il bilancio in passivo. La fiducia non è perdutamaserve un’azione comune con il governo»
Come se ne esce, quali proposte ci sono sul tavolo?

”Nessuno chiederà più gli incentivi. Sono solo palliativi e non esistono le risorse per concederli. Ma al tavolo del ministro Zanonato abbiamo presentato le nostre richieste. Quella centrale mira a ridurre l’impatto delle tasse sugli autoveicoli (accise sulla benzina, assicurazione, bollo, ipt). Tutto questo non deve passare attraverso il vecchio sistema della rottamazione. Bisogna elaborare una politica per tagliare i costi legati alla gestione dell’auto».
I concessionari che aprono i loro saloni la domenica sono un palliativo contro la crisi?
La considero una pratica negativa che non ha nessun senso. Questa consuetudine è nata con le ’’porte aperte’’, figlie di un’altra epoca, per presentare e far provare modelli nuovi e importanti. Oggi aprire una salone la domenica significa moltiplicare i costi di gestione per pagare dipendenti, luce, riscaldamento e sottrarre a chi lavora in concessionaria un meritato riposo».
Lei è convinto che l’auto possa tornare ai suoi anni d’oro o pensa che sia finita un’epoca?
«Nel 2012 l’Italia è stato il peggior mercato europeo segnando un calo dell’8% rispetto al 2011 e un -46% rispetto al periodo pre-crisi (2007). Nessuno può immaginare una ripresa rapida. E’ l’intera economia che deve rimettersi in moto, credo di vorranno almeno dieci anni per tornare ai livelli di un tempo».
Lei sostiene che serve un piano organico per l’auto. Che cosa intende?
«Le offro un dato che fa riflettere. Oggi il 10% del parco auto gira senza assicurazione. Sono 3 milioni e mezzo di veicoli. E’ contro storture come queste che bnisogna intervenire risoluti».
Perchè insiste sulla tassazione?
”E’ proprio il grande peso delle tasse che frena il mercato. I provvedimenti del governo hanno tolto alle casse dello stato 140 milioni di euro di mancati introiti per il solo superbollo e oltre 3 miliardi di euro come potenziale d’incasso fiscale complessivo per le auto invendute Il governo ha pensato di rivalersi emettendo nuove gabelle. E’ un serpente che si morde la coda. Bisogna spezzare questa spirale perversa. Ecco il nostro obiettivo è proprio questo”