Sprofondo rossoblù a Livorno. Il Bologna di Ballardini, battuto dai gol di Benassi e Paulinho, fa i conti con una classifica drammatica: terz’ultimo posto (e non penultimo, grazie alla vittoria del Sassuolo sul Catania) quando mancano dieci partite al traguardo.
La serie B oggi è qualcosa di più palpabile e terribilmente vicino, perché in terra livornese il Bologna fa i conti con i suoi limiti in modo brutale. La difesa, imbattuta nelle ultime due gare, si concede qualche peccato di concentrazione, subisce due gol e la squadra non ha la forza nè la qualità per tentare una rimonta, anche quando due espulsioni nelle file degli amaranto gli consentono di giocare l’ultimo quarto d’ora in undici contro nove.
Arriva, è vero, il rigore trasformato dal bravo Lazaros, il solo capace di saltare l’uomo e inventare gioco nella banda Ballardini. Ma tolta questa luce, intorno c’è il buio profondo: il centrcoampo mordibo e poco ispirato, la difesa distratta, l’attacco vergognoso per l’insipienza di Acquafresca e l’inutile mulinare a vuoto di Cristaldo.
Il guaio è che non si può neppure sparare sull’allenatore, perché Ballardini fa le scelte più logiche e mette in campo la formazione che dovrebbe offrire più garanzie. Con una sola visibile eccezione: la cocciuta determinazione di rilanciare un Acquafresca comunque impresentabile.
Per il resto tutto condivisibile, compresa la scelta di partire con Kone come esterno detstro, per non rinunciare alle potenzialità del greco e tenere bassi i difensori avversari.
E invece, dopo un primo tempo accettabile (almeno dal ventesimo in poi), ecco la frana difensiva della ripresa con un errore marchiano di Mantovani e poi un liscio fatale di Antonsson a scaraventare il Bologna all’inferno.
Difficile pensare a una rapida inversione di tendenza nella sfida di domenica prossima con il Cagliari, anche perchè il parziale recita: 3 sconfitte nelle ultime 5 partite e 1 solo gol realizzato su calcio di rigore.
Ballardini si aggrappa al cemento di squadra, alla volontà dei suoi uomini ma senza un salto di qualità autentico e un pronto ritorno al gol è difficile pensare che il Bologna possa invertire questa rotta fatale.