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Se Todt fosse stato al muretto MercedesLeo Turrini - 1 ottobre 2014

Un affettuosissimo saluto al mio vice, il carissimo Odin.

Dico, vediamo un po’ di divagare.

Comunque la si pensi sul modo in cui la Mercedes ha fin qui gestito la diarchia Ham-Nico, non c’è dubbio che a Stoccarda hanno rispettato l’impegno ideale assunto al momento del rientro a pieno titolo nell’orbita F1.

Cioè, non hanno preteso di deliberare a tavolino chi dovesse laurearsi campione.

Certamente non mancano i precedenti in questo senso (la Williams di Mansell e Piquet, la McLaren di  Senna e Prost ma pure di Alonso e Hamilton, anche la Red Bull di Vettel e Webber nel 2010), però talvolta mi sono trovato a immaginare come sarebbero andate le cose, nella stagione che stiamo per completare, qualora al muretto Mercedes ci fosse stato il Pinguino.

Jean Todt, intendo.

Sono disposto a scommettere che adesso, a quattro gare dall’epilogo, uno dei due drivers, non importa chi, avrebbe minimo minimo ottanta punti di vantaggio.

Banalizzando: nella storia della Formula Uno ci sono storie meravigliose e personaggi fantastici, ma ci sono anche situazioni che meriterebbero una revisione postuma.

‘Thimk to the championship’.

Ma insomma, sembra ieri, è già passata una vita.