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Vettel in Rosso e la clausola-NeweyLeo Turrini - 7 ottobre 2014

Sempre aspettando buone notizie sul conto di Bianchi.

Alla fine del 1995 Michael Schumacher varcò il cancello di Maranello.

Dopo alcune settimane, preso contatto con la nuova realtà, Schumi disse a Todt: ci sono un paio di persone che mi piacerebbe venissero a lavorare con me.

Ross Brawn e Rory Byrne.

I due lo raggiunsero in Italia alla fine del 1996.

E il resto è cronaca diventata leggenda.

Adesso arriva Vettel.

Ci sono ovviamente molti mitomani in circolazione, a proposito di una operazione che, qualunque sia il giudizio sul vero valore del pilota, ha il pregio di assicurare alla Ferrari il prestigio di un quattro volte campione del mondo, disposto a scommettere sul futuro della Rossa, sapendo di dover aspettare.

Vettel, per molte cose, significa Newey.

Il quale Newey certamente fino alla fine del 2015 non potrà e nemmeno vorrà assumere impegni diversi da quelli che sta attualmente ricoprendo.

Ma appartiene alla logica delle cose immaginare che Seb abbia chiesto a Mattiacci di fare il possibile e l’impossibile pur di avere Adrian in Italia.

Mattiacci sa che copiare da quelli bravi non è un difetto, semmai un pregio.

Poi, che ci riesca (a vestire Newey di rosso) è discorso complicatissimo e apertissimo.

Di sicuro (e questa è una buona cosa) con Vettel in arrivo la Ferrari si è rimessa al centro dei giochi. Rimane e rimarrà lontana dalla vittoria sul breve, ma almeno c’è un progetto, un’idea, una suggestione.

Non è poco, nel gramo presente che stiamo vivendo.

Ps. Buon compleanno a Mazgiorg, uno dei quattro probiviri del Clog incaricati di studiare sanzioni digitali per i maleducati in transito qui sotto