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Hamilton, Rosberg e il briscolone nel desertoLeo Turrini - 13 ottobre 2014

Quando venne varata la regola che assegna doppio punteggio all’ultimo Gp, mi capitò di scrivere che si trattava di una boiata pazzesca.

Secondo me avrebbe invece avuto senso ragionare in termini di ‘Classiche’: cioè, non sarebbe stato scandaloso decretare che Montecarlo-Spa-Monza-Suzuka e magari Interlagos attribuivano un ‘plus’.

Così si sarebbe anche rispettata la Storia della F1, mentre impazzano circuiti tipo Sochi (e già sappiamo che fine abbiano fatto Turchia-India-Corea, ehm ehm).

Oggi, primo giorno della gloriosa era Marchionne, l’assurdità di Abu Dhabi-Double è sanzionata persino dalla logica banalotta dell’immediato.

Hamilton fin qui ha vinto 9 Gran premi.

Se putacaso si imponesse anche in Texas e in Brasile, con Rosberg ancora secondo, si presenterebbe a Yas Marina forte di undici (!) successi nel campionato.

Dominatore assoluto, stile Schumi di una volta.

E si presnterebbe con 31 punti di vantaggio.

31.

Dopo di che mettiamo che nel deserto Lewis incappi in una sventura, in una foratura, in un fulmine, bla bla bla.

E che Rosberg tagli per primo il traguardo.

A quel punto Nico sarebbe campione del mondo.

Con quale credibilità, lascio immaginare.

Sono queste le cose, per ora semplici ipotesi, che fanno male all’automobilismo.

E scusate se lo dico e lo scrivo prima.