Meno male che la mia Inter la Champions non la gioca.
Vedendo il Bayern polverizzare la Roma, credo di aver capito cosa hanno provato i tifosi giallorossi (compresa la mia amica Luisa).
Le stesse sensazioni che avvertiamo noi ferraristi (compresa la mia amica Luisa) assistendo allo strapotere Mercedes.
Come sapete in questa sede quasi mai parlo di calcio.
Men che meno di politica.
Ciò premesso, conviene banalmente prendere atto.
Voglio dire questo.
Sia il Bayern che la Mercedes hanno, nei rispettivi ambiti, pianificato la loro crescita.
Non è, per capirci, che quattro o cinque anni fa i bavaresi con il pallone tra i piedi fossero così irresistibili.
E infatti contro la mia Inter perdevano pure, persino a Monaco.
Allo stesso modo, la Mercedes del 2012 somigliava pochissimo alla realtà odierna.
Quando ci si imbatte in modelli diventati vincenti, ridurre tutto allo strapotere economico rischia di essere fuorviante.
A chi insegue, allo stadio o in un autodromo, il compito di imitare, copiare, clonare.
Non è mai un errore studiare le virtù di chi ha qualcosa da insegnarti.
Nel calcio.
In Formula Uno.
Nella vita.