Quando dico che ormai si avvicina il tempo di chiudere, penso anche ai cicli che si concludono.
Non intendo annoiare nessuno con i ‘paralleli’ calcistici: diciamo che aiutano a riempire le settimane senza Gran Premi, no?
E insomma, Moratti e Montezemolo sono stati, in ambiti diversi, i ‘miei’ presidenti.
Miei amici.
Anticip0 le sagge obiezioni da livore internettiano: ah, ma non hanno mai lavorato in vita loro, ah, uno figlio di mega petroliere e l’altro pupillo di Gianni Agnelli, ah, una vita tutta in discesa, ah, li volevo vedere se si fossero chiamati Scannarozzi e Cannavacciuolo.
Perfetto. Al limite, condivido pure.
Dopo di che, sempre lasciando il giudizio ai posteri (visto che i poster delle loro vittorie non sono sufficienti, per carità), dirò cosa mi è piaciuto di entrambi, attraverso una vita di cronista di periferia e di marciapiede.
Io ho amato la passione di Massimo e di Luca.
Sentivo che erano innamorati dell’Inter e della Ferrari esattamente quanto me (di più, temo sia impossibile).
Ho visto le loro sofferenze e le loro gioie. Gli errori e le genialate. Le folli e i colpi di saggezza.
Ho visto e mi divertiva un sacco una cosa: magari stavano trattando uno di raffinerie con i sauditi e l’altro di salari a nome di Confindustria con i sindacati, ma un istante per rispondermi su Javier Zanetti o Michael Schumacher lo trovavano sempre.
Auguro a chi farà il mio mestiere, certamente meglio e sicuramente in maniera diversissima, fra un decennio o fra un secolo, ecco, auguro a chi farà il mio mestiere di trovare ancora due presidenti così.
Poi, se si fossero chiamati Scannarozzi e Cannavacciuolo, eh, però, mah, forse…
Ps. Stavolta grazie a Romborosso per l’idea del post. Se poi il coyright fosse del mio amico Emiemi, mi scuso in anticipo, ci mancherebbe.