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Ferrari, all the Marchionne menLeo Turrini - 6 dicembre 2014

Un caro saluto a Occhi di Gatto e Luisa: hanno il merito di dimostrare, anche qui, la superiorità femminile. Soprattutto hanno la dote della pazienza.

Con le finali dei Ferrari Days in quel di Abu Dhabi, l’annus horribilis della Signora in Rosso si è concluso.

Prepariamoci al 2015, conoscendo un po’ meglio…

All the Marchionne’s Men

SERGIO MARCHIONNE. Appunto, lui. Ormai simpaticamente accostato a Darth Fener, del quale possiede sicuramente efficienza, determinazione, scaltrezza e…ferocia. Le quotazioni in Borsa e gli esercizi di stock option hanno ben chiarito le ragioni dei tumultuosi eventi settembrini. Io penso sia ovviamente anche nell’interesse di Darth, pardon, Marchionne riportare la F1 del Cavallino al top. Penso anche che la grande popolarità di un bene comune come la Ferrari faciliterà, almeno in parte!, una attenzione critica che per altre iniziative del personaggio è stata, per usare un eufemismo, italianamente flebile. Qui parleranno gli ordini d’arrivo, mica i bond. E inoltre io sono decisamente più stronzo del Landini della Fiom, eh eh eh.

MAURIZIO ARRIVABENE. ‘Veda di non deludermi anche lei, ammiraglio’. Pare che con queste parole il nuovo capo del reparto corse abbia ricevuto l’incarico, cioè la patata bollente, dalle mani di Darth Fener. Mi sono già espresso sul soggetto. Lo conosco da una vita, so che ha entusiasmo, so che è un innamorato della Ferrari. E so che, oltre alla intera discografia degli Ac/Dc, conosce la materia, come dimostrano le primissime scelte compiute. Poi so anche che un capo di reparto corse quasi totalmente dipende dalle risorse che gli vengono messe a disposizione. Todt era Todt e aveva come limite di spesa il cielo, infatti arrivò in Emilia con camicie dai colletti sporchi e ne uscì che vestiva solo di cachemire, va mo là. Domenicali era Domenicali e il tetto del budget era bassino, sempre per usare un eufemismo e infatti portava i jeans e porta ancora i jeans, il mio fratello Steve..

SIMONE RESTA. Resta con noi, avremo la pace. Forse. E’ giovane, ha studiato, talvolta si impara anche osservando da vicino gli errori di altri, indovina tu chi. Non ha la bacchetta magica, non sarà un ‘one man show’ per la progettazione, prossimamente dovrà lavorare in pool con intelligenze in arrivo. Ma se la Ferrari recupera un po’ di orgoglio patriottardo, cioè se si rende conto che non tutti gli stranieri sono più bravi per il solo fatto di essere stranieri, ecco, forse fa un passo avanti. Del resto, chi avrebbe scommesso su Ian Solo, all’inizio della saga stellare?

GINONE ROSATO. Mitico personaggio, è il segretario generale del reparto corse, dove gestisce il frenetico traffico nella affollatissima area ‘arrivi e partenze’. Uomo a me simpaticissimo nonchè potentissimo, del resto è mezzo abruzzese e mezzo canadese come Darth, pardon Sergio, eccetera. I nemici, che non gli mancano, lo paragonano a Jabba the Hutt. Tutta invidia per un pilone di mischia degno di 122 caps nella nazionale di rugby. Per me è come Ciubecca, solo che il pulsante per il salto a ‘vitesse lumiere!’ non deve certo trovarlo lui.

MATTIA BINOTTO. Il coordinatore dell’area motori. Non è un super tecnico, ha più il tratto dell’organizzatore. Sembra D2-R2, toh. Per fortuna la mitezza di carattere ne esclude velleità di protagonismo ed è un bene, visto che nella sua fascia di competenza sono stati inseriti tanti ingegneri, convocati al capezzale della agonizzante power unit. Essendo interista come me, sopporta con stoicismo le disfatte. Che, in materia di power unit, sono poi state, fin qui, autentiche catastrofi.

SEB VETTEL. Luke Skywalker. Che la forza sia con te.

KIMI RAIKKONEN. Yoda alla vodka. Ogni tanto si addormenta, ma quando si sveglia…(si sveglia, si sveglia, tranquilli).