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Arrivabene2015 come Todt1995Leo Turrini - 17 dicembre 2014

Ecco cosa penso delle prime mosse di Maurizio Arrivabene.

Con una premessa.

1) Da sempre mi dichiaro spudoratamente ferrarista. Quindi, all’inizio, io incoraggio sempre il capo del reparto corse, chiunque egli sia. Se opera bene, fa felici milioni di ferraristi, me compreso.

2) Dopo di che, come sanno tutti i frequentatori in buona fede di questo ameno luogo, non risparmio nulla al capo in questione, se le sue scelte non mi convincono. Ci sono le collezioni, di carta e on line. Per me Stefano Domenicali è un fratello e si sa, ma ho scritto e detto in ogni sede roba da fuoco per…cacciata Baldisserri-rimozione Raikkonen-liquidazione Dyer-esonero notturno di Aldo Costa, eccetera eccetera. Todt non era manco mio secondo cugino e gli ho levato la pelle in almeno ventidue occasioni. In breve: non è che sono diventato quello che sono per caso.

3) Veniamo al merito. Arrivewell è un mio amico e l’ho segnalato subito alla attenzione dei miei quattro lettori.

4) IronMauri ha fatto benissimo a chiudere con Tombazis e con Fry. Il primo era indifendibile per i troppi progetti fallimentari. Il secondo era venuto in Italia con l’idea che gli ingegneri italiani non capissero una mazza di Formula Uno. Lasciamo stare i giudizi sulle persone. All’interno del reparto corse si era creata una atmosfera irrespirabile.

5) Gli Hamashima e i Martin eccetera sono il dito. I Bell-Clear-Marshall-nonsochi, idem. Gente che viene, gente che va. Bazzecole e pinzillacchere. Qui non dovete guardare il dito. Dovete guardare la luna.

6) Per tutto quanto accaduto nel più recente periodo, la Ferrari da Gran Premio è una entità non già da ricostruire, perchè le risorse umane ‘dentro’ ci sono. Ma da riabilitare verso l’esterno. Una azienda che in meno di un anno cambia un presidente, due leader del reparto corse, il responsabile dei motoristi, il progettista e bla bla bla, ha un problema di credibilità.

7) In questo Arrivabene ha capito perfettamente. Oggi, i Newey o i Brawn non verrebbero a lavorare a Maranello. Tra un anno, di fronte alla dimostrazione dello sviluppo di un programma serio, non più condizionato da svolte umorali, le cose cambieranno. Guardate che il Todt del 1994-1995 era messo alla stessa maniera. Fece anche lui piazza pulita, attivò un piano di rilancio, realizzò cose un minimo interessanti in pista e quindi andò a bussare alle porte dei Fenomeni. I quali, essendo intelligenti e non solo bravi nel loro lavoro, avevano intuito che la Ferrari si era rimessa in moto. Il resto lo sapete. Sappiate anche che il Pinguino è simpatico come un crampo allo stomaco quando hai fame. Arrivabene invece conosce i Deep Purple, va mo là.

8) Per questo io sono favorevole alla svolta. Non sono certo che i Resta e i Bizzotto siano i leader della Ferrari che tornerà a vincere. Ma sono gli uomini che possono restituire entusiasmo, insieme a tutto il gruppo, insieme a Seb e a Kimi. Sono i battistrada nel deserto, aspettando il meglio. Nel 2015 la Rossa non vincerà il mondiale. Escluso. Vincesse tre Gran Premi, sarebbe un trionfo.

9) Guardate che anche l’operazione Gutierrez-Slim-America Movil ha un senso. Qui sul clog non mancano i millantatori che simulano di sapere ciò che ignorano, vigliacco se si sono ricordati che negli anni Novanta furono i soldi della Petronas, che pagava il motore per la Sauber, ad alimentare la fornace delle risorse che la Ferrari bruciava per tornare a vincere. A me dispiace che per il ruolo di terzo pilota non sia stato indicato un ragazzo italiano, ma se i dollari di Slim ci aiutano ad avvicinarci alla Mercedes, eh, su,…

10) Infine, time will tell. Ma la partenza è buona.