custom logo
No, Marchionne non è Babbo NataleLeo Turrini - 22 dicembre 2014

Primo segno di discontinuità: abolito il lambrusco a tavola dopo 52 anni di convivi natalizi Ferrari.

Primo segno di continuità: manco viaggiasse sulla F 14 T, Sergio Marchionne è arrivato con mezzora di ritardo.

Commenterete voi le cose che ha detto, che troverete di seguito.

Io mi limito a dire che il tasso di servilismo in aula sfiorava il 97 per cento.

Aggiungo che Arrivabene mi è piaciuto molto.

Invece e purtroppo, temo che l’idea che il nuovo presidente ha della Ferrari sia vagamente diversa dalla mia.

Ma ecco un fedele riassunto dello show.

“Non voglio parlare di cose estranee alla F1 e nemmeno voglio parlare del 2014 in pista, è stato un grandissimo disastro, un anno da dimenticare’.

‘Mattiacci? Ho enorme rispetto per quanto ha fatto per l’azienda negli incarici commerciali, ma la F1 è un’altra cosa. Lui stava ancora imparando il nuovo mestiere e la Ferrari da Gp, nella situazione in cui si trova, non poteva ricostruire la squadra aspettando che il suo capo facesse esperienza’.

‘Io temo il nostro punto di partenza. Purtroppo al 2015 ci presenteremo in ritardo. Durante il 2014 sono state fatte scelte strategiche che non ho condiviso. So che è senno di poi, ma privilegiare il risanamento dell’auto del 2014, a fronte dei risultati ottenuti, rinviando la preparazione del 2015, beh, è stato un errore’.

‘Quindi il 2015 sarà un anno difficile, che mi metterà alla prova. Il ritardo che abbiamo accumulato ce lo tireremo dietro’.

‘Vincessimo due gare, sarebbe una gran cosa. Ne vincessimo tre, sarebbe un trionfo. Ne vincessimo quattro, meriteremmo di essere fatti santi subito’.

‘All’interno della Scuderia abbiamo fatto chiarezza. Ho una enorme fiducia in Arrivabene, nelle sue competenze e nel suo entusiasmo’.

‘Dopo quello di Clear, non ci saranno altri innesti alla struttura tecnica. La squadra è a posto. Tutti sanno cosa debbono fare’.

‘La Mercedes è così avanti per decisioni che sono state prese due anni fa. Noi non sottovalutiamo la difficoltà dell’impresa alla quale ci accingiamo. E sappiamo di dover imitare chi è stato più bravo’

‘Le risorse ci sono. Le buone intenzioni, anche’.

‘Il passaggio da Alonso a Vettel è stato da me totalmente condiviso. Era un processo avviato da tempo, da quando io non ero ancora il presidente. L’ho finalizzato ed è una buona cosa. Seb ci porta in dote quattro titoli mondiali e l’entusiasmo e tantissima voglia di fare’.

‘E’ vero, nelle ultime settimane abbiamo cambiato tante cose nelle strutture. E io mi aspettavo di dover cambiare tanto’.

‘Newey e Brawn non verranno. Non sono in arrivo a Maranello. Discorso chiuso’.

‘Le regole della F1 vanno semplificate nell’interesse di tutti, bisogna uscire dai ragionamenti contorti che sembrano discorsi di quattro ubriachi al bar. Dalla Fia abbiamo ottenuto una flessibilità sullo sviluppo del motore nell’arco della stagione, ma non per questo mi faccio illusioni’.

‘Il 2015, ripeto, sarà in salita. Purtroppo la monoposto non ce l’ha disegnata Dio’.

‘Mi fido dell’impegno formidabile di tutti quelli che lavorano qui. E’ gente in gamba, che ha passato un anno terribile’.

‘Ecclestone? E’ sempre lì, mi auguro si renda conto che la Formula Uno è attesa, nel suo insieme, da scelte fondamentali’.

‘Con Santander e Philip Morris non credo avremo problemi, sono contratti che scadono più in là, ma insisto: le risorse ci sono e comunque nel 2014 c’è chi ha speso molto meno della Ferrari ed è stato regolarmente davanti alla Ferrari, in pista’.

‘Montezemolo? No ho mai messo il veto su una sua nomina al vertice del business F1, perchè nessuno lo ha candidato. Ma se l’avessero candidato il veto lo avrei messo certamente, non è nell’interesse della Ferrari che un suo ex sia al vertice di quella struttura. E’ come se io andassi a fare il presidente della Volkswagen. Non va bene, non sta bene. E’ una questione di fair play, di correttezza. Fosse dipeso da me, mi sarei opposto anche alla nomina di Todt alla presidenza della Fia, per lo stesso motivo’.

‘Montezemolo ha fatto qui un gran lavoro per oltre vent’anni ma le cose cambiano, nella vita si volta pagina. Magari un giorno accadrà anche a me, spero di accorgermene prima che altri la pagina la voltino’.

‘A Todt ho detto che la F1 si deve modernizzare. Insisto su norme più semplici. Cambiare i motori nel 2016? Difficile, andrebbe deciso entro marzo prossimo e i costi sarebbero intollerabili. Ci terremo queste power unit, mi pare si chiamino così, cercando di avere sempre più cavalli’.

‘Abbiamo promosso i vice, i Binotto e i Resta, è vero. Io credo in questa filosofia, l’ho sempre applicata nelle aziende nelle quali ho lavorato. E’ la liberazione delle capacità esistenti. Chi prima era bloccato nella sua creatività, ora può esprimere il meglio di se stesso’.

‘Per fare il presidente della Ferrari dormo di meno e lavoro di più’.

‘Vettel? Sa benissimo a cosa va incontro, non è un ingenuo. La macchina del 2014 la vedeva in pista! Ma la Ferrari ha un enorme potenziale inespresso ed è questo che attrae un pilota che ha vinto quattro titoli mondiali’.

‘I test in pista non saranno reintrodotti. Ne abbiamo parlato. Farebbero lievitare le spese a livelli insostenibili per più di un team e già la situazione globale non è incoraggiante’.

‘La quotazione in Borsa non avrà alcuna conseguenza sulle attività sportive della Ferrari’.

‘Raikkonen? E’ un campione del mondo. Campione del mondo con la Ferrari, poi. Di sicuro i piloti per noi non sono un problema’.

‘L’italianità della azienda? In verità la Ferrari, per sua tradizione, è sempre stata una azienda globale. Assumere un collaudatore italiano non avrebbe spostato nulla. E’ un’idea carina e stop’.

‘Alonso ha detto che nel 2015 saremo noi i favoriti? Eh, rido…’