custom logo
La nuova Ferrari ha un tutor: Rory ByrneLeo Turrini - 13 gennaio 2015

Scena.

Rory Byrne che cena al mitico Montana.

Ma va di fretta.

Perchè, spiega al cameriere, deve tornare a lavorare.

In ufficio.

In Ferrari.

E insomma è certo vero che questo geniale progettista sud africano, il papà delle monoposto di Schumi, il cordone ombelicale con la Rossa non lo ha mai completamente reciso.

Ma scoprirlo di nuovo così vicino al lavoro di Allison e di Resta, ecco, facciamo che è un bel segnale.

Avere un ‘tutor’ così non è male, a prescindere dalle difficoltà che attendono Arrivabene-Vettel-Raikkonen.

Ps. Purtroppo per assoluta mancanza di tempo non ho potuto leggere i commenti al post precedente. Spero che il Corazziere Mazgiorg abbia offerto al pubblico ludibrio le foto. Preciso altresì, su sollecitazione di un mio body guard che invece legge todo, che l’ottuagenario Forghieri, con me a Sky, non ha parlato male di Alonso. Per niente. Mica è scemo. Infatti ha detto che Fernando è un grande pilota in pista, forse non altrettanto abile nell’indirizzare il lavoro degli ingegneri, considerato il bilancio delle cinque stagioni. Io mi sono limitato ad osservare che Schumi aveva, in generale e nel rapporto con la squadra, un atteggiamento diverso. Tutto qua.