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Quando scoprire una F1 era un’emozioneLeo Turrini - 28 gennaio 2015

Ora che le presentazioni vecchio stile non si fanno più. in omaggio ai ritmi infernali del web, spiluccherò tra i ricordi di un’epoca dimenticata. Così, giusto per ingannare il tempo.

1. IL DELIRIO. Taormina, 1996. La più pacchiana esibizione di un tronfio Briatore. Cuore della Sicilia. Nuova Benetton. la prima senza Schumi. Alesi e Berger piloti. Flavione impettito che fa risuonare l’inno di Mameli e poi dichiara: siamo noi il vero volto dell’Italia da Gran Premio, viva la patria (con domicilio fiscale a Malindi, magari).

Purtroppo la Buon Costume non rispose alle mie chiamate.

2. LA GIOVINEZZA. Doveva essere inizio estate del 1983 o giù di lì. Ero un ragazzotto. Enzo Ferrari presenta una nuova versione della monoposto affidata a Tambay e Arnoux. Mi colpì tremendamente il modo in cui il Vecchio trattava i giornalisti: ad ognuno dei presenti era in grado di rinfacciare una scempiaggine scritta o detta. E le vittime, inevitabilmente, sembravano Fracchia sul famoso ‘puf’. Io invece ero al debutto assoluto, a me non poteva imputare ancora niente, così mi fece chiamare da Gozzi e mi disse: lei è così giovane, debbo farle un regalo. E il Drake tirò fuori una fotocopia di una prima pagina de ‘La Gazzetta dello Sport’. Cronaca di una partita di calcio, Modena-Internazionale 1-7, articolo di un certo Enzo Ferrari. Avevo più o meno la sua età, aggiunse. Concluse: prenda questa fotocopia, vedrà che le porterà fortuna.

Son passati più di trent’anni e ancora mi vengono i brividi.

3. LO SLALOM. Gennaio 1995. Ferrari sempre in apnea, ma tra Montezemolo e Todt si intuiva che la svolta stava arrivando. Però non c’era un gran interesse intorno alla Rossa e allora l’avvocato decise di invitare Alberto Tomba, che quell’inverno sulla neve le vinceva tutte, a far da padrino alla macchina nuova. Saletta della Galleria Ferrari. Fuori, appunto, la neve. AT venne e oscurò Alesi e Berger.

Eh, siam passati anche attraverso quelle esperienze lì. Vuoi che ci spaventi l’atmosfera precaria del 2015?

4. L’ULTIMA. 1999. Piena era Schumi. Eravamo stati contagiati dal virus Schumi e le presentazioni erano ormai una sorta di notte degli Oscar, celebrata però in tarda mattinata. Gianni Agnelli più o meno era ospite fisso, si scomodava sempre qualche ministro e ancora non c’erano Twitter e Renzi, altrimenti sai che casino. Però dello show del 1999 ricordo una cosa curiosa. Tutti addosso a Michelone per carpirne le sensazioni sulla vettura ed era giustissimo, per carità. Ma io un po’ mi annoiavo e andai nell’angolo delle conferenze riservate a Eddie Irvine. Non se lo filava nessuno, il vecchio birbante. Lui doveva essere sotto l’effetto di qualche sostanza stupefacente perchè all’improvviso mi disse: quest’anno per il mondiale ci sono anch’io, anzi, mi considero uno dei favoriti, vedrai che lotterò per il titolo fino all’ultimo.

Oh, aveva ragione lui!