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La Ferrari di Mattarella è indietro di un secondoLeo Turrini - 5 febbraio 2015

Il primo presidente della Repubblica ad accorgersi della Ferrari fu Sandro Pertini.

Correva l’anno 1979 e il capo dello stato, dopo la vittoria della Rossa in un Gp primaverile, mandò un telegramma di congratulazioni al Drake.

Il Vecchio si commosse e fece notare che mai, fino a quel momento, le massime istituzioni avevano manifestato attenzione per gli sforzi di un uomo che si ostinava a difendere il valore dell’italianità sulle piste di mezzo mondo.

Poi le cose cambiarono. In un certo senso, Pertini fece scuola.

Il presidente più ‘fortunato’, in salsa ferrarista, è stato Carlo Azeglio Ciampi: cinque mondiali (di Schumi) durante il suo settennato.

Per Napolitano un titolo in nove anni, grazie a Kimi.

Per quanto riguarda la Ferrari di Mattarella, finita la sessione di Jerez, dirò quanto segue.

1) Non male, cioè io temevo peggio.

2) Il vantaggio Mercedes rimane considerevole, facciamo che a oggi è più di un secondo al giro.

3) Se si riuscisse a scendere sotto i nove decimi, insomma, nell’arco di un campionato qualcosa si potrebbe inventare.

4) I risultati della McLaren Honda non sono credibili, in stile Red Bull ai test di dodici mesi fa. Poi solo Ricciardo ha vinto corse ‘extra Mercedes’ e questo credo sia il ragionamento intimo di Alonso.

5) Anche i risultati della Red Bull non sono, al momento, credibili.

6) Ogni qual volta Hamilton ha rotto con Nicoletta poi ha combinato discreti casini on the road. Sta a vedere che…