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Perchè conviene ascoltare BriatoreLeo Turrini - 10 febbraio 2015

‘La verità è che la Formula Uno è l’unico sport nel quale deliberatamente sono state spese montagne di soldi per ridurre lo spettacolo. E debbo dire che ci sono perfettamente riusciti…’

Conosco Flavio Briatore dall’ahinoi remoto 1989. E’ sempre divertente ascoltare le sue opinioni in materia di automobilismo. Ovviamente siamo molto diversi e non solo nel conto in banca, visto che sua moglie più o meno ha l’età di mia figlia. Mi fa piacere condividere con i frequentatori di questo ameno luogo le di lui convinzioni.

‘Il tragico errore è stato fatto con la scelta di questo tipo di motore. Hanno ammazzato l’emozione silenziando il rumore e inoltre hanno orientato la Formula Uno su una soluzione tecnologica che al grande pubblico non interessa. Aggiungi che queste power unit sono costosissime e il cerchio si chiude…’

‘La filosofia all’origine del sistema è sbagliata. Mi spiego: io rimango del parere che la F1 debba essere un mondiale per piloti. E non per costruttori! Bisognerebbe agire in modo tale da livellare, fin dove possibile, le differenze tra le macchine. Questo per esaltare veramente il manico che fa la differenza…’

‘Non è che io sostenga l’idea del campionato monomarca, non inseguo questa sciocchezza. Ma se tu introduci una tecnologia nella quale un competitor, leggi Mercedes, ha un vantaggio enorme sulla concorrenza, sì, okay, tanto di cappello a quelli di Stoccarda, ma azzeri l’interesse intorno alla Formula Uno. Come puoi sapere, con queste vetture, se Alonso vale Hamilton o se Rosberg è meglio di Raikkonen? E non è corretto ribattere che è stato sempre così, perchè per dire io ho vinto i miei mondiali con Fernando e con Michael ma ai nostri tempi non è che loro due avessero in mano un missile e gli altri una carriola…’

‘Sui cinque anni di Alonso ti racconto questo. Sono state narrate molte sciocchezze. Lui in Italia si è trovato bene e aveva una buona relazione con la Scuderia, con la gente che ci lavora. Sì, alla fine c’è stata qualche incomprensione con il management, ma nulla di grave o di irrecuperabile, semplicemente cose che succedono quando i risultati non arrivano…’

‘Io non guardo mai indietro e non mi interessa tornare in ruoli che ho già coperto. Di una cosa però sono sicuro e quindi ti autorizzo a scriverla: se nel 2010 fossi stato al muretto rosso di Abu Dhabi, garantito che Fernando quel campionato lo vinceva. Dico, era un rigore a porta vuota! Persino il Mazzoni della Rai aveva capito che Webber era rientrato perchè aveva toccato e non cito Mazzoni per sminuirlo, intendo chiarire che anche un telecronista aveva compreso cosa stava accadendo. Chi stava al muretto della Ferrari prese lucciole per lanterne e questo è l’unico vero rimpianto dei cinque anni di Alonso a Maranello…’

‘Non credo che la Rossa possa rimettersi a vincere in fretta, per quello che ci siamo detti a proposito della power unit Mercedes. Ma qualche segnale si è colto, nei primissimi test. Inoltre Arrivabene mi piace, nessuno nasce imparato e lui ha una buona conoscenza della materia, sta in quel mondo da una vita, questo è un vantaggio. Vettel? Mi piace, ma appunto tutto dipende dalla vettura che gli daranno e dal distacco che ci sarà, tecnologicamente parlando, rispetto alla Mercedes…’

‘Alonso in McLaren è una buona cosa per tutti. Immagino ci vorrà del tempo, escludo che la Honda sia rientrata per collezionare brutte figure, stiamo a vedere come riescono a sviluppare il loro progetto nell’arco della stagione e poi ne riparliamo…’

‘Se mi chiedessero un parere sul futuro della Formula Uno andrei a riprendere le idee che ai tempi della Fota avevamo elaborato insieme a Montezemolo. Primo, togliere potere agli ingegneri e alle loro diavolerie troppo sofisticate, che la gente nemmeno è in grado di afferrare. Secondo, mettere di nuovo al primo posto la passione del pubblico. Terzo, la Formula Uno è rumore, frastuono, colonna sonora, quindi facciamola finita con le power unit silenziate. Quarto, avvicinare le prestazioni delle monoposto come dicevo prima, imporre un fondo piatto uguale per tutti, tornare a motori otto cilindri davvero meno costosi, così da salvaguardare i conti delle piccole squadre…’

‘Ah, la storia dei miei conti in Svizzera. Tutto regolare, io vivo all’estero da un quarto di secolo, non ho mai nascosto niente a nessuno e se servissero ulteriori spiegazioni sarei disposto a fornirle. Anzi, a me lo Stato italiano dovrebbe dare una medaglia, visto che da anni investo soldi  nel Bel Paese e ti assicuro che non si tratta di una cosa semplice, considerate le inenarrabili complicazioni…’