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Storie di Barcellona. Aldo Costa 2011Leo Turrini - 24 aprile 2015

Ancora sedici giorni al via di Barcellona.

Mi viene in mente il Gran Premio di Spagna del 2011.

Giovedì pre gara.

Aeroporto di Linate.

Dio solo sa perché avessi deciso di partire da Milano.

Porta d’imbarco.

Trovo Luisito Suarez, grande centrocampista del Barca e dell’Inter quando ero un bimbo.

Poi arriva uno in extremis, tutto trafelato.

Aldo Costa.

Il direttore tecnico della Ferrari.

Mi fa un gran sorriso e dice: allora, il campionato non è iniziato benissimo per noi ma abbiamo un gran programma di sviluppo, vedrai che presto ci divertiremo.

Serenissimo. Tranquillo. Un uomo abituato a ragionare sul medio lungo termine.

Domenica. La corsa.

Super partenza di Alonso che da dietro a catapulta si precipita al comando.

E ci resta fino al primo pit stop.

Poi, il buio.

La macchina che per una ventina di giri aveva esaltato una folla strabocchevole si trasforma in una carriola rossa.

E Fernando chiude doppiato.

Sera. Sto digerendo il malumore con l’aiuto di una paella quando mi arriva una soffiata.

Guarda che a Maranello sta per succedere qualcosa.

Certamente, mi dico, il mio amico Aldo Costa non è in pericolo, giovedì mi ha parlato dei programmi fino a tutto il 2012, figurati.

Infatti lo rimuovono.

Di brutto.

Con procedura d’urgenza.

Nemmeno 48 ore dopo il Gp di Spagna.

Ora, è vero che all’interno del reparto corse Aldo non era popolarissimo. Alcuni gli imputavano una eccessiva tendenza all’accentramento. Altri lo consideravano inadatto alla funzione di direttore tecnico. Bravo ingegnere, sospiravano, ma non un capo.

Ciò nonostante, io ero del parere che certe cose non andavano fatte. Non in quel modo.

Mentre scrivevo i miei commenti, venni folgorato da una intuizione.

Questo è l’inizio della fine di una certa Ferrari, quella che ha vinto. Nella quale non si cambiava un tecnico alla maniera di  un allenatore di calcio. Non funziona così, in F1. Non può funzionare così. A meno di non venire da altri mondi, altre culture e aver scoperto la F1 all’improvviso..

In più, quando si comincia con la logica dello scaricabarile, beh, è un invito alla decimazione progressiva. E stai sicuro che prima o poi toccherà anche a te.

Anzi, a voi. Dissi esattamente questo a Montezemolo e a mio fratello Domenicali.

Non c’era bisogno di Nostradamus per comprendere che il virus stava dilagando.

Ho sempre avuto un sospetto sulla sua origine (del virus). Ma me lo tengo.

Dopo poche settimane, Aldo Costa venne assunto dalla Mercedes.

Il resto è cronaca.

Una volta Aldo mi ha detto: motivarono la mia cacciata dicendo che tarpavo la fantasia dei progettisti.

Vabbè, è andata così.