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Kimi e il mistero dell’opzione RossaLeo Turrini - 25 giugno 2015

Avevo in mente di scrivere un post intitolato ‘Kimi e il mistero dell’opzione Rossa’.

Ma poi ho pensato che vi sareste annoiati.

Quindi.

Nel contratto che lega Raikkonen alla Ferrari fino alla fine del corrente anno, è prevista una clausola.

Tale clausola concede alla Scuderia di esercitare, entro una certa data, l’opzione per prolungare l’intesa a tutto il 2016.

Eppure, conoscere la scadenza, in stile mozzarella o yogurt, non è importante.

Sembra un paradosso, eh?

Ma è stato proprio Kimi a togliere significato alla data dichiarando, in epoca non sospetta, di non aver interesse per altre macchine, diverse dalla Ferrari.

Si intende che è liberissimo di ripensarci, per carità.

Ora, i raikkoniani irriducibili si chiedono: ma perchè la Ferrari non ha fatto scattare l’opzione dopo il Bahrain, quando eravamo nel regno del latte e del miele?

Viceversa gli anti replicano: invece Arrivabene ha fatto benissimo a prendere tempo, alla luce dei risultati più recenti.

La mia opinione in merito è nota.

Uno. Non esiste alcun complotto. L’idea che a un certo punto a Maranello qualcuno si sia messo a remare contro Kimi è una barzelletta.

Due. Non sono d’accordo con chi sostiene, pensando di difendere la causa del mio idolo finnico: ah, poverino, gli hanno tolto serenità lasciandolo in mezzo al guado, sprovvisto di certezze e bla bla bla. Insomma, su, mica parliamo di un minorenne! Kimi è un uomo intelligente e maturo, possiede tutta l’esperienza per valutare la situazione. Gli si fa un torto trattandolo come un bambinone che ha bisogno delle coccole.

Tre. Poichè stiamo ragionando sull’avvenire di un pilota che attualmente è quarto in classifica nel mondiale, di fatto con due gare in meno non esattamente e non interamente sprecate per esclusiva colpa sua, io non vedo urgenze e nemmeno disastri. Un altro driver al posto di Raikkonen sarebbe al massimo quarto in classifica.

Quattro. Riprendere Alonso non si può. Prendere Ricciardo non si può, sarebbe un torto a Seb. Allora, non è che cambiare Raikkonen sia un errore. Semplicemente, è inutile: il problema Ferrari, rispetto alla Mercedes, non è chi guida la macchina, bensì la macchina.

Cinque. Infine, io che ero e rimango un ferrarista di rito raikkoniano, non mi strapperò i capelli se Marchionne, sentito Arrivabene, decidesse di puntare su un pilota con dieci anni in meno o giù (anche più giù) di lì. Ci può stare. A patto appunto di sapere che le chances iridate della Rossa, nel 2016, non aumenteranno, per effetto dell’operazione, di una virgola. Tutto qua.

Ps. E meno male che dovevo scrivere un altro post, ehm ehm.