custom logo
Quella speranza folle dei ferraristi d’agostoLeo Turrini - 2 agosto 2015

Recentemente sono stato coinvolto in cose estranee al vroom della Formula Uno.

Un concerto-intervista con il mio vecchio amico Andrea Mingardi.

La presentazione di due bei libri al Museo della Resistenza di Montefiorino.

Beh, anche in luoghi così sono stato accerchiato da gente animata dalla stessa passione.

Tutti a pormi la domanda delle cento pistole.

Ma Vettel può vincere il mondiale subito?

Ora, debbo confessare che questo sentimento di tanti ferraristi un po’ mi sorprende. E un po’ mi commuove.

Mi sorprende, perchè stiamo parlando di un campionato che su dieci gare ha visto otto volte la Mercedes sfrecciare in trionfo sotto la bandiera a scacchi.

Ottanta per cento di successi.

Oggettivamente, percentuale mostruosa.

Quindi, anche alla luce del capolavoro di Budapest, beh, immaginare un sorpasso iridato di Seb è come la scena di Fantozzi che tenta di prendere al volo l’autobus e l’intero quartiere trattiene il fiato, pur sapendo che l’operazione si risolverà in un disastro.

Eppure, c’è qualcosa di buono e di nobile, nella speranza che colgo in chi mi sottopone lo stupefacente quesito.

Ecco perchè mi commuovo.

Basta una vittoria, una sola, per riattizzare un fuoco che sembrava spento.

E’ come se, anche negli spiriti più disincantati, la suggestione della Rossa non fosse mai scomparsa.

E’ come se un sacco di gente aspettasse soltanto il pretesto per riappropriarsi di una emozione collettiva. Del resto, siamo già all’ottavo anno di digiuno e la sindrome da astinenza legittima persino le visioni.

No, Vettel non vincerà questo mondiale. Non ce la farà a prendere l’autobus al volo

Ma il solo fatto che, illudendosi, un popolo possa semplicemente sfiorare l’idea proibita, sì, vale più di qualunque arzigogolata riflessione, sacrosanta, sui limiti dell’automobilismo moderno.