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Al Montana con Mick SchumacherLeo Turrini - 10 novembre 2015

Raramente in vita mia ho volontariamente  rinunciato al ruolo di giornalista.

E’ accaduto ieri, martedì.

Ero a pranzo al Montana insieme a un amico carissimo.

Avevo appena salutato Amedeo Felisa, ancora per un po’  (io spererei per tanto) amministratore delegato della Ferrari.

Ad un certo punto è entrato un ragazzo.

Mi sembrava di riconoscerlo, ma non ero proprio sicuro.

Poi ho frugato nella memoria e ho capito.

Schumacher era tornato a Maranello, finalmente.

Il ragazzo che varcava la soglia di quella che è stata la seconda casa di suo padre era Mick Schumacher.

Sedici anni.

Mi sono ricordato di quella volta, in non so quale box, quando brindammo alla sua nascita.

Era il 1999.

Onestamente, sarebbe stato mio dovere professionale andare a presentarmi, salutarlo e poi chiedergli qualcosa sulla salute di papà.

Non ho trovato la forza.

Mi ha trattenuto una forma di rispetto per la scelta della famiglia. Se chi è più vicino a Michael desidera mantenere il massimo riserbo, beh, allora è giusto non infierire con domande che servirebbero, inevitabilmente, soltanto ad accentuare il dolore.

E ho pensato a ventuno anni di carriera, la mia, spesi, tra il 1991 e il 2012, a raccontare le grandi imprese di Schumi padre, ma anche le sconfitte, perché ovviamente pure quelle ci sono state.

Ho pensato a un debito di gratitudine e poi ho tentato di immaginare che cosa potesse passare per la testa del ragazzo vedendo alla parete il mitico poster di papà intento a preparare la pasta insieme a Mamma Rossella.

Ci sono silenzi che si traducono in un groppo in gola.

Mick era a Maranello per incontrare gli amici del padre e per parlare con Luca Baldisserri, il Baldo, che di Schumi senior fu l’ingegnere di pista dal 2000 in avanti.

Da oggi il ragazzo, per il Prema team, o qualcosa del genere, sarà in pista a Monza per una serie di test con una monoposto di Formula 4, in previsione della prossima edizione del campionato tedesco della categoria.

La cosa romantica è che Baldisserri sarà al suo fianco, da domani.

Io ho anche pensato che certi amori fanno dei giri immensi e poi ritornano.

Al Montana, a Monza e forse non solo.