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Tifando Ghiotto nel desertoLeo Turrini - 25 novembre 2015

Sta per finire un altro mondiale di Formula Uno senza piloti italiani in pista.

Ormai la cosa nemmeno fa più notizia. Ed è un peccato.

Mi sono espresso spesso sull’argomento. Io non credo che i giovani cittadini della nostra Repubblica abbiano perso il gusto per la guida veloce. Dunque esistono altre ragioni, tentativamente sviscerate in più occasioni.

C’è chi dice che è tutta colpa della Ferrari. Chi accusa implicitamente la Guardia di Finanza, nel senso che rispetto agli anni Ottanta-Novanta i controlli sulle fatture da sponsorizzazioni sono molto più rigidi (meno male, aggiungo io) e buona notte al secchio.

Non tornerò a pontificare sulla materia. Dico solo che è uno strazio scorrere l’albo d’oro della F1 e constatare che dopo Ciccio Ascari (anno del Signore 1953) mai un pilota italiano ha conquistato il titolo iridato.

Ragione di più per tifare Luca Ghiotto nel deserto di Abu Dhabi, per la finale Gp3.

Ghiotto l’ho conosciuto negli studi di Sky, mi è parso un giovanotto più maturo dell’età che ha. Sicuramente al volante ha molto talento.

Meriterebbe la chance che è stata garantita, per dire, a un Verstappen.

Ma tanto, che te lo dico a fare? (citazione Al Pacino).