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La rincorsa Ferrari riparte dal desertoLeo Turrini - 29 novembre 2015

Finisce più o meno come era incominciata e credo non ci sia da stupirsi.

La doppietta, ennesima, della Mercedes rientra nella logica delle cose. Magari potremmo discutere sul perché, a titolo assegnato, Rosberg si sia sistematicamente collocato davanti ad Hamilton, in qualifica e in gara. Ma non è un tema destinato a scaldare l’inverno delle nostre attese.

In verità, è la logica (dominante) delle cose che bisogna cambiare.

Io so che in Ferrari stanno lavorando a tal scopo, però, come scriveva Pasolini, non ho la prova che lo sforzo funzionerà.

Però sono sempre del parere che la stagione Rossa sia stata buonissima. Ricordo la situazione di dodici mesi fa. Le vittorie e i podi, compreso l’ultimo di Kimi, rappresentano il segnale di una inversione di tendenza.

Poi bisogna avere una sana consapevolezza. Questa: se tu rincorri da lontano, magari i novanta metri su cento del distacco li recuperi. Ne rimangono dieci. I più difficili. Chi può escludere che la Mercedes abbia in tasca e in cassaforte qualcosa di importante?

Comunque, se non altro ho vinto una scommessa. Quando la stagione era all’alba, avevo detto al mio fratello Sky Fabio Tavelli: ci sarà almeno un Gran Premio nel quale Raikkonen starà davanti a Vettel (che ieri è stato esemplare in rimonta, peccato per l’autogol collettivo del sabato) sia in qualifica che in corsa e tu dovrai tagliarti la barba.

Ormai non ci speravo più, invece è accaduto. Resto del parere sempre espresso: la Ferrari ha una gran coppia di piloti, a fare la somma non sono inferiori a Hamilton e Rosberg.

Per la prima volta da quando corre in Formula Uno, Fernando Alonso ha chiuso il campionato totalizzando meno punti del compagno di squadra, nel caso specifico Button. Non mi piace scriverlo, davvero.

A voi.