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Pagellone f1 2015, part twoLeo Turrini - 1 dicembre 2015

Andiamo avanti con i voti di fine campionato.

HAMILTON, 10. Dancing on the ceiling. Tamarro e borazzo, come in certi pezzi di Lionel Richie. Gli nego la lode non per le sconfitte a titolo conquistato, chi se ne frega. Ma per quegli atteggiamenti da sborone che già ho avuto modo di segnalare. Però, che pilota! Io sono tra quelli che scrivono che, a parità di macchina-gomme-strategie, vincerebbe contro chiunque. Ha un talento pazzesco e stop. Non mi sta umanamente simpatico, eppure onore al merito. Se Mercedes continua così, a sette titoli ci arriva lui. E sia chiaro che mi dispiacerebbe quanto un calcio dove dico io.

ROSBERG, 7,5. Qui bisogna intendersi bene. Se prendo il finale, tanto di cappello. Ha anche vinto più corse di un anno fa. Ma dov’era, fino alla fine dell’estate? Per un lunghissimo periodo, nemmeno in qualifica è stato in grado di disturbare Sua Maestà The Black. Allora, il vero Nico come lo riconosciamo? Di sicuro, alleggerendo il passivo nell’ultimo stint di stagione, si è messo sulla rampa di lancia per il 2016. Ma escludo che in Mercedes qualcuno cominci a dire, come accaduto a Maranello a fine 2007: ah, ma l’anno prossimo tocca all’altro pilota. Sì, ciao, tanti casini che ci potevamo risparmiare vengono da lì (in Ferrari) e non fatemi dire altro perchè erano tutti amici miei (in stile Antani, supercazzola con scappellamento a destra, va mo là).

SAINZ, 7. Sono d’accordo con chi sostiene sia stato sottovalutato causa presenza a fianco del baby prodigio Verstappen. E invece questo spagnolo non è male, va forte, mi piace per tenacia e aggressività. Avesse avuto un compagno ‘adulto’, scriveremmo che Sainz è il pilota rivelazione del campionato. Il destino è così e bisogna che il ragazzo se ne faccia una ragione (comunque e ancora, per me Verstappen ha le stimmate del Fenomeno, eh).

KVIAT, 6,5. Ancora più di uno svarione, dovuto qua e là a esuberanze giovanili, immagino. Ma è cresciuto, è tosto, ha vinto il duello con Ricciardo. Va da sè che nell’economia dei duelli Red Bull conviene andarci cauti (do you remember Vettel in 2014?) ma non stupitevi se vi dico che il russo è sul taccuino di qualcuno che ne capisce. E qui mi fermo, dasvidania tovarisc.

RICCIARDO, 6. Mah. Io lo adoro, come personaggio e come driver. Penso abbia riportato in Formula Uno quel piglio rodomontesco e allegro che apparteneva a generazioni distinte e distanti. La macchina Bibitara era quella che era e non scopro nada. Ho come avuto l’impressione che ad un certo punto abbia un po’ mollato, scoglionato di brutto, vittima delle atmosfere all’interno del team. Ma scommetterei ancora e sempre su di lui.

RAIKKONEN, VLDD, cioè ve lo dico domani, sono andato a intervistare il mio amico Bottura, il re degli chef, e stando a tavola con lui ho smarrito un po’ di lucidità, indispensabile per tratteggiare il profilo del Santo Bevitore…

(2, continua)