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F1 2016, cosa aspettarsi da KimiLeo Turrini - 15 febbraio 2016

Quando mi occupo di Kimi Raikkonen, io non nascondo mai la mia ammirazione per il pilota e la mia simpatia per l’essere umano.

Voglio dire che sono dichiaratamente partigiano, nel senso che sto oggettivamente dalla sua parte. Poi, almeno spero, cerco di essere intellettualmente onesto nei giudizi. Per capirci, non è che abbia scritto che nel 2014 si rese protagonista di una ottima annata, eh….

La premessa sentimentale è semplice. Kimi è l’ultimo campione del mondo a bordo di una Ferrari. Correva l’anno 2007 e nessuno tra noi poteva immaginare che quello fosse l’estremo atto felice di una gestione (Montezemolo-Todt-eccetera) che ha fatto la storia.

Ho anche sempre pensato che non fu elegante liquidare il Biondino a fine 2009 semplicemente perchè c’era una cambiale da pagare (per le ‘confessioni’ del 2007) e questo senza nulla togliere alle qualità professionali di Fernando Alonso.

Dopo di che, l’era Alonso si è risolta in mille rimpianti e anche qui senza particolari responsabilità dello spagnolo.

Nel frattempo, Raikkonen era tornato in Formula Uno e con la Lotus andava fortissimo. Io dissi a chi di dovere, già a estate 2012, che andava riportato a casa. C’erano molte resistenze in altissimo e l’operazione Come Back slittò di dodici mesi.

Non mi sono pentito. Il 2014, nella sua catastrofica dimensione Rossa, è un buon parametro per dibattiti che non inficiano la sostanza dei dati. Nel 2014, Alonso ha messo sotto Kimi, punto e basta.

Ma nel 2015, come ho sostenuto spesso, a me il Santo Bevitore non è dispiaciuto. Evidentemente non solo a me, visto che la Ferrari mica aveva l’obbligo di tenerselo. Aggiungo che considero Vettel un fuoriclasse e se il finlandese non sfigura a cospetto di un fuoriclasse, anzi, talvolta in gara è pure più veloce, insomma, siamo sempre lì, cosa ci sarebbe da pretendere?

Qualcuno obietta: ah, ma è discontinuo, pasticcione, vittima di attacchi di letargia. Io ho ammesso di essere partigiano in materia, non sarebbe male se alcuni tra i detrattori ammettessero il pregiudizio negativo, che viene da lontano, viene da una scelta datata estate 2005 e da molti non condivisa, scelta vissuta anche come una ferita, a maggior ragione dopo Interlagos 2007.

Cioè, il giochino ‘spara a zero su Kimi che tanto è un freddo nordico e non ha grandi potenze a coprirgli le spalle’ è talmente smaccato! Raikkonen arriva terzo in un Gp dopo le due Mercedes? E’ andato piano, non ci ha provato, è bollito. Vettel arriva terzo in un Gp dopo le due Mercedes? Un grande, gli ha messo pressione, ah se la strategia lo avesse assecondato e bla bla bla.

Bene. Questo è il quadro. Io non sto dichiarando che il Raikkonen del presente sia un Fenomeno. Penso lo fosse nel 2003, nel 2005, nel 2007. Oggi lo considero un buon pilota, innamorato della Scuderia e i sentimenti, alla mia età, contano. Inoltre sarà un caso, ma oltre il Brennero gode di una popolarità strepitosa. Che siano tutti scemi, extra Italia?

Bene, so di essere noioso e quindi la faccio breve, la taglio corta. Nel 2016 da Kimi mi aspetto, sempre al netto di una macchina che non sappiamo come sarà e quanto forte andrà, mi aspetto sia molto regolare nelle prestazioni, molto vicino a Vettel e mi aspetto pure che vinca un paio di Gran Premi, avendo a disposizione un mezzo che gli consenta di farlo.

Credo sia un auspicio onesto.

Ps. Per quanto riguarda il 2017, uhm, uhm….