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f1 2016, cosa aspettarsi da VettelLeo Turrini - 17 febbraio 2016

Tra due giorni scopriremo la nuova Ferrari.

Credo che la persona più interessata sia, ovviamente, Seb Vettel.

Ovviamente nel senso che il tedesco ha scelto Maranello come scommessa di vita. Per quanto ho potuto capire di lui, la Rossa è un imperativo esistenziale e non soltanto una faccenda contrattuale.

S’intende che Vettel la macchina già la conosce, l’ha sperimentata al simulatore, ha verificato i dati della galleria del vento.

Bene.

Io non mi aspetto che vinca il mondiale nel 2016. Non me lo aspetto perché, scaramanzia a parte, tento sempre di restare ancorato alla realtà.

Rispetto alla passata stagione le regole tecniche non sono cambiate. E non c’è dubbio che il vantaggio Mercedes, al tramonto 2015, fosse ancora consistente.

Di più. Mentre il presidente Marchionne per l’intero inverno ha parlato con il piglio dell’Alesi di una volta (‘E’ il nostro anno, me lo sento’ e bla bla bla), ecco, io ho molto apprezzato che Seb abbia esternato con un taglio, lui sì, presidenziale. Dicendo cioè che sarà dura, che ci sarà molto lavoro da fare, che non ha senso attribuire una importanza decisiva alla prima tappa del campionato, semmai sarà fondamentale l’ultima, se tutto andrà come sognato.

Sul Vettel pilota non debbo aggiungere nulla.

Racconto di lui, qui e in altre sedi, da quando Schumi me ne parlò in un noioso pomeriggio turco. Seb era ancora un collaudatore Bmw. Poi l’ho visto debuttare in sostituzione dell’acciaccato Kubica e andare subito a punti. Venne Monza 2008 e il sospetto positivo si era già trasformato in certezza.

Non aveva senso assegnare in esclusiva a Newey i meriti del poker Red Bull. Va da sé che io non ricordi piloti in grado di vincere mondiali guidando carriole e dunque onore al merito del progettista e ai suoi scarichi soffiati. Ma il ragazzo ci metteva anche del suo, perché è un talento naturale, purissimo.

Dal mio punto di vista, sarebbe molto bello se nel 2016 Seb fosse in grado di giocarsela sempre con la Mercedes. Sarebbe molto bello se si avvicinasse al sogno, confermando l’impressione che la Ferrari abbia una idea di futuro destinata a sfociare nel mare placido del trionfo.

A livello caratteriale e come capacità di generare empatia all’interno di una squadra, il Vettel del presente è il massimo. Il suo entusiasmo ha bisogno di trovare riscontro nei risultati, perché un driver al top corre per vincere: ma questo, cioè l’esito, dipenderà dalla macchina che scoprirà dopodomani, venerdì 19 febbraio.

Ps. Una precisazione da algoritmo. In altro post ho scritto che Hamilton secondo me ha il 90% di vincere il titolo e che Rosberg ha il 30% di chances di stargli davanti. Gentilmente qualcuno mi ha fatto notare che novanta più trenta fa centoventi e dunque sono orribilmente suonato. Invece no. Intendevo eintendo dire che nel 10% di Lewis senza corona, Nico ha il 30% di stargli davanti, mentre il settanta (di quel dieci) lo assegno a chi non dico appunto per scaramanzia, presumendo io che se il Nero perde il mondiale allora significa, in buona sostanza, che lo perde pure la Mercedes…

E’ chiaro così?